Review party: Gli uomini del nord - il sovrano
Buon lunedì booklovers, oggi vi faccio un enorme regalo che vi farà iniziare la settimana col sorriso e vi presento un libro letto in collaborazione con Queen edizioni....
Gli uomini del nord - Il sovrano di Elin Peer
Trama Quattrocento anni nel futuro: le donne governano il mondo, ma Khan Aurelius, sovrano degli ultimi
uomini liberi, è determinato a ottenere il potere che, per secoli, è stato negato al genere maschile.
Essendo in netta minoranza numerica, Khan sa che la sua unica possibilità per ottenere il potere è
che le donne lo cedano spontaneamente. E visto che ha preso una delle consigliere come ostaggio, il
sovrano è sicuro di poter vincere. Dopotutto, lei non è altro che una docile creatura.
La consigliera Pearl ha sacrificato sé stessa per salvare una sacerdotessa innocente. Bloccata nelle
Terre del Nord, la sua dolcezza e la sua visione semplice del mondo non sembrano impressionare Khan, che cerca di spingerla a vedere le cose a modo suo.
Quella tra i due scaltri leader si rivelerà essere una battaglia di parole e potere. Riuscirà Pearl a portare una nuova visione democratica tra i primitivi Nuomini, o sarà Khan a corromperla con il suo fascino?
Va bene avere paura. Sarebbe disumano se non mi spaventasse l'ide di cedere la mia libertà agli uomini del nord.
Il sovrano è il secondo volume della trilogia di Elin Peer su Gli uomini del nord - premetto che io il primo volume non l'ho letto, ma la storia mi è risultata lo stesso comprensibile-, un mondo in cui un consiglio di 100 donne governa la Madrepatria e gli uomini sono relegati al Nord senza alcun contatto diretto con loro. In questo volume ci si trova alle prese con una rappresentante del consiglio della Madrepatria, Pearl, che sogna un'unione in armonia tra i due regni e che coglie l'occasione di uno scambio per salvare una sua concittadina rapita e tenuta prigioniera dagli uomini del Nord per poter attuare il suo piano. Una volta entrata al Nord si troverà in un mondo caratterizzato all'opposto di quello a cui lei è abituata: nella Madrepatria sono tutti in armonia, sempre felici e usano solo parole corrette, non scurrili nei loro dialoghi, non sanno cosa significhi farsi dominare dalla rabbia e quando qualcuno cede a questo o ad altri sentimenti negativi, hanno le loro regole e i loro protocolli per farlo "rinsavire". Nella Madrepatria le comunicazioni avvengono con la tecnologia super avanzata, la medicina è progredita così tanto che tutte le malattie sono state debellate; sono circondati da mura super controllate che impediscono agli uomini del Nord di entrare nel loro paese; crescono solo bambine nate grazie alle donazioni degli uomini del Nord poichè i loro uomini sono sterili.
Il mio sogno era quello di vedere abbattuti i confini tra le Terre del Nord e la Madrepatria, e di riuscire a far vivere tutti in pace.
Una volta raggiunte le Terre del Nord, Pearl, incontrerà una società all'opposto in cui le emozioni, sia belle che brutte, la fanno da padrone, il linguaggio è per lo più scurrile e gli uomini sono quasi degli animali allo stato brado che seguono i loro istinti e sono governati da un solo uomo. Khan, che ha come consigliere il fratello Magni principalmente. Un mondo in cui gli uomini hanno visto poche donne e quelle che sono andate lì dalla Madrepatria hanno avuto bisogno di un protettore per non rischiare violenze; un mondo crudo e incolto, tutto il contrario della Madrepatria. Si potrebbe pensare che due mondi così non avranno mai nulla da condividere, invece, le Terre del Nord hanno bisogno della Madrepatria così come ne ha quest'ultima per sopravvivere e riprodursi. Entrambe le realtà sono state descritte così bene dall'autrice che si può tranquillamente percepire quello che ci circonda e, personalmente, quando si parlava di Madrepatria ho avuto la sensazione di trovarmi in un mondo asettico, pulito, perfetto - troppo perfetto - che mi ha portato alla mente una sorta di ospedale disinfettato in cui tutti sorridono e sono felici. Mentre nelle Terre del Nord avevo sempre la sensazione di essere in un bosco oppure in un borgo medievale, o ancora in una città di quelle che conosco adesso: insomma uniti assieme potrebbero creare un bellissimo mix e prosperare meravigliosamente, ma saranno in grado da entrambe le parti di accettarsi e fondersi adattando le regole e i caratteri così opposti?
Voglio che mi ricordi così. Come una missionaria disposta a rischiare la vita per la propria convinzione di inclusione e armonia.
Pearl è determinata nelle sue convinzioni, ha paura di quello che la aspetta ma è disposta ad affrontarlo a testa alta per studiare i Nuomini da vicino, capirne le abitudini e i caratteri e verificare se il suo sogno potrà essere realizzato con il loro aiuto o se la cosa sarà impossibile. Quello che non si aspetta, però, è la forza delle emozioni sconosciute che la colpiranno e che la renderà spesso impreparata a gestirle e ad affrontarle. Si dovrà confrontare con cose come la rabbia, il desiderio, la lussuria, l'amore - sensazioni che in Madrepatria sono proibite e quindi sconosciute. Elin Peer ha saputo descrivere la determinazione, il coraggio, l'impreparazione e la curiosità della consigliera in modo così reale da renderla più umana di tutte le altre consigliere; man mano le ha fatto esplorare emozioni forti e nuove che le hanno permesso di crescere a livello personale, di analizzare la sua vita prima dello scambio e, in un secondo momento, di capire quante cose realmente non funzionano nella Madrepatria aprendole gli occhi su quanto le emozioni possano essere fonte di forza e di armonia nella vita di tutti i giorni. Pearl parte timorosa, determinata e tornerà nella sua terra cresciuta, arricchita, innamorata, pronta a tutto per far rispettare le sue scelte avvenute in autonomia e libertà senza regole da rispettare.
Ma la verità era che il fatto che esprimesse la sua opinione sempre, mi aiutava a capirlo.
Khan appare fin da subito come un sovrano dispotico che, per far rispettare le regole, è disposto a uccidere i suoi sudditi, un classico dittatore. Nonostante questo, però, si percepisce fin da subito che l'arrivo di Pearl lo destabilizza, il doverla proteggere e il suo essere ostinata - vivranno nella stessa camera ma lei non dormirà con lui nel letto, bensì nel suo scomodo divano - lo metteranno in confusione: condivideranno opinioni, dialogheranno e litigheranno tanto, questo sarà il loro modo di conoscersi e farsi conoscere, di scoprirsi e di instaurare un rapporto il più possibile pacifico e di collaborazione. I loro scontri porteranno ad alcuni progetti in comune che avranno come scopo l'armonia tra Madrepatria e Terre del Nord, una coesione tra donne e Nuomini sempre a patto che si sia disposti a scendere a compromessi da entrambe le parti. In quanto sovrano e Nuomo tutto d'un pezzo incute timore nei sudditi e, inizialmente, anche in Pearl... Questa ragazza però riuscirà a farlo ragionare, ad evitargli rivolte interne e gli rapirà il cuore come mai nessuna aveva fatto, tanto da portarlo a rinunciare a un loro rituale che normalmente viene attuato per far trovare moglie ai Nuomini. Lo cambierà nel profondo senza renderlo diverso da quello che è, lo renderà migliore.
In generale, personaggi primari e secondari e wordlbuilding sono meravigliosamente creati dall'autrice ed è per questo che sono riuscita a capire la trama, a seguirla senza avere nessun buco temporale o mancanza dovuta al mio non aver letto il primo volume. Un romanzo distopico scritto in maniera strepitosa che mi ha letteralmente incollata alle pagine durante la lettura, una meraviglia di cui sono curiosa di leggere l'epilogo e di recuperare il principio. Un mondo incantato - pur non parlando di magia al suo interno - che mi ha fatta sognare e sperare in un mondo migliore per i protagonisti ma anche per noi che viviamo nel XXI° secolo e che avremmo tanto da imparare dalla determinazione di Pearl e anche dall'essere dispotico di Khan così come ne avremmo di cose da imparare dalle consigliere e da Magni e da tutti gli altri personaggi incontrati nella lettura.
Probabilmente, legati insieme in quel modo, sembravamo due pazzi, ma la cosa non mi importava. La mia più grande preoccupazione, in quell'istante, era dover tenere al sicuro la bionda esasperante e polemica che avevo accanto.
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