Emma - Jane Austen
- mbozza92

- 4 mag 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Ciao booklovers, sono qui per parlarvi di questo terzo romanzo di Jane Austen che ho avuto il piacere di leggere con il gdl #unajanealmese che sto portando avanti con alcune ragazze su instagram.
Oggi quindi vi racconto di Emma, pubblicato per la prima volta poco prima del Natale del 1815 che racchiude - come tutti i romanzi dell'autrice - una critica velata alla società dell'epoca che potrebbe tranquillamente essere riportata anche ai giorni nostri.

Trama
Ereditiera giovane, bella e un po' viziata, sola e intelligente, Emma Woodhouse si impegna combinando matrimoni di amici e parenti senza pensare affatto al proprio. Ma la realtà e l'immaginazione si fondono nella sua mente e la comunicazione con il prossimo diventa difficile: tra la protagonista e gli altri personaggi nascono così una serie di fraintendimenti, quasi una "commedia degli equivoci". In fondo "Emma" si rivela una divertente e implacabile satira di ogni pretesa di affidarsi ciecamente al raziocinio.
Emma non aveva mai saputo quanta parte della sua felicità dipendesse dall'essere la prima per il signor Knightley: la prima nei suoi interessi, la prima nell'affetto.
Come dicevo la critica verso al società fatta in questo romanzo resta attuale, forte e realmente tangibile questo, forse, grazie anche all'aiuto dato dall'evoluzione e dalla crescita nella scrittura dell'autrice. Al principio la protagonista sembra la classica ragazza da "puzza sotto il naso" colpa del modo in cui è stata cresciuta dalla morte della madre e dall'elevata autostima che questo le ha portato di se stessa: in tutto il paese solo lei sa fare tutto e solo lei è intelligente. Ma sotto questa facciata si nasconde una grande fragilità che Emma non vuole ammettere con nessuno, in primis con se stessa. Alle sue spalle ha la classica famiglia benestante che le ha garantito una buona educazione (forse troppo) oltre ad essere bella e piacente - le doti della brava moglie - ma lei, o forse il padre soltanto, non si vuole sposare poiché ritiene che sia più una perdita che un guadagno per questo si diverte a fare cupido con la sua amica Harriet: una ragazza semplice, di umili origini, che è facilmente influenzabile da lei. Emma, ritenendosi sicura della sua superiorità di giudizio e della sua capacità e possibilità di elevare l'amica di rango le metterà in testa fin da subito cose che si riveleranno non vere, allontanandola da quella che potrebbe essere la sua felicità; cieca a quello che veramente le succede attorno e a quelli che sono realmente i sentimenti e le azioni di chi le sta intorno sbaglierà e metterà l'amica sulla strada sbagliata fin da subito.
In Emma si può facilmente riconoscere la superficialità della società dell'epoca - e anche quella odierna - che vede cose futili come fonte di bravura, intelligenza e conversazione... perdendo di vista quelli che sono davvero i valori per essere persone per bene: altruismo, ascolto, amore sincero e incondizionato.
<<Ah, mia cara, vorrei che tu non combinassi matrimoni né prevedessi le cose, perché tutto quel che dici finisce sempre per accadere. Te ne prego, non combinare altri matrimoni.>>
Un personaggio che ho adorato fin da subito è il silenzioso e misterioso signor Knightley... In silenzio lui sarà sempre presente nella vita di Emma, la amerà senza che lei sappia nulla per lunghissimo tempo; la sosterrà e la rimprovererà, come un padre dovrebbe fare, all'occorrenza senza essere inutilmente accondiscendente come il signor Woodhouse. Sarà un punto di riferimento per lei senza che nemmeno lei se ne accorga: inconsciamente chiederà sempre un confronto con lui mentre prende la sue decisioni, andrà sempre a informarlo di quello che pensa di fare e sarà sempre pronta a sostenere il suo pensiero spesso litigandoci, ma sotto sotto terrà molto in considerazione la sua opinione. Non avrà il coraggio di ammetterlo per tutto il romanzo o almeno finché non sarà costretta a farlo da circostanze, da cause di forza maggiore da lei stessa create per la sua "innata" propensione a voler maritare gli altri.
<<Oh! Di certo>>, esclamò Emma, <<un uomo trova sempre inaccettabile che una donna rifiuti un'offerta di matrimonio. Un uomo pensa sempre che la donna debba essere pronta per chiunque la chieda>>. <<Sciocchezze! Un uomo non immagina niente del genere. Ma cosa vuol dire questo? Harriet Smith che rifiuta Robert Martin? Se è così, è una follia; ma spero che vi sbagliate>>.
Il signor Woodhouse, padre di Emma, dalla morte della madre non farà che viziare la figlia e metterla sotto una campana di vetro per paura di un raffreddamento sempre in agguato dietro l'angolo; in realtà, la sola cosa che lo spaventa davvero è "perdere" anche lei per colpa di un matrimonio. Leggendo di lui ho pensato a tanti giovani che oggi come allora si adeguano alla massa, seguono le mode per paura di non sentirsi accettati anche a costo di tenersi vicine le persone con l'inganno per puro egoismo e paura del cambiamento. Ho anche pensato a chi, al contrario, per sostenere il proprio pensiero andando contro alle masse viene da queste deriso, picchiato e maltrattato in tanti modi diversi.
<<Non sono sensibile a nessuna delle attrattive al matrimonio che sentono le altre donne. Se dovessi innamorarmi, di sicuro la cosa sarebbe differente! Però non mi sono innamorata mai; non è una mia tendenza, non è nel mio carattere; e credo non lo sarà mai...>>
In tutto il romanzo si incontrano anche i vicini facoltosi o apparenti tali che non fanno che aumentare l'ego già smisurato di Emma attribuendole doti che non sono solo sue e non sono nemmeno così straordinarie oppure, al contrario, sono contro queste apparenti straordinarie capacità ma non vogliono sentire ragioni in nulla; rimarranno sempre del loro pensiero e non cambieranno mai la loro strada (come la logorroica signorina Bates). In mezzo a loro c'è Jane Fairfax la mitezza, la timidezza e la correttezza fatta persona : colei che sopporta di vedere l'amato Frank Churchill giocare con Emma per mantenere segreto il loro fidanzamento noncurante della sofferenza che le stava procurando. Lei è la dolcezza e la giustizia che mancano nella società dell'epoca e in quella moderna.
Il suo spirito non aveva mai subito un tale turbamento, e le ci volle molta fatica per sembrare attenta e allegra fino a quando la solita ora della separazione le consentì il sollievo di una tranquilla riflessione.
Insomma, in queste pagine ho visto tanta storia contemporanea portata indietro nel tempo, una sorta di déjà-vu riadattato al passato; un altro spaccato di Inghilterra vittoriana quanto mai attuale che consiglio a tutti di leggere con spirito critico.








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