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I medici - Un uomo al potere

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 12 ago 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

Buongiorno booklovers, torno oggi per parlarvi del gdl #aspassoconimedici che ho organizzato con Ursula. E vi parlo della seconda tappa


I medici – un uomo al potere di Matteo Strukul



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Trama:

Firenze, 1469. Lorenzo de' Medici sta vincendo il torneo in onore della sua sposa, Clarice Orsini, appena giunta a Firenze per le nozze con l'uomo che diventerà il Magnifico. Questo matrimonio non è un passo facile per Lorenzo: il suo cuore - ne è convinto - appartiene e sempre apparterrà a Lucrezia Donati, donna di straordinaria bellezza e fascino. Eppure asseconderà il volere della madre e rafforzerà l'alleanza con una potente famiglia romana. Chiamato a governare la città e ad accettare i costi e i compromessi della politica, diviso fra amore e potere, Lorenzo sottovaluta i formidabili avversari che stanno tramando contro di lui per strappargli la guida di Firenze. Girolamo Riario, nipote di papa Sisto IV, dopo aver sobillato Jacopo e Francesco dei Pazzi, storici nemici della famiglia de' Medici, e stretto alleanza con Francesco Salviati, arcivescovo di Pisa, concepisce una congiura il cui esito per Lorenzo sarà terribile: il fratello Giuliano verrà brutalmente ucciso davanti ai suoi occhi. E da quel momento si aprirà un periodo di violenza e vendetta da cui in pochi si salveranno...


«Siamo talmente impegnati ad ascoltare la voce del giorno che ci reclama, da dimenticare quello che abbiamo avuto. E quello che abbiamo avuto non è cosa da poco.»


Si torna ad essere immersi nella Firenze del 1400 e conosciamo Lorenzo Il Magnifico e Giuliano de Medici, nipoti di Cosimo Il Vecchio fondatore della città e della dinastia medici – colui che abbiamo imparato a conoscere nel primo volume.

Lorenzo e Giuliano si trovano catapultati a 20 anni nella politica della città all’improvviso dopo la morte del nonno e del padre; faranno di tutto per governare in modo non violento, mantenendo la pace conquistata per loro, ma spesso il “richiamo” del potere e il non voler dare il messaggio sbagliato sarà più forte e quindi riusciranno a rimanere lontani dal fare giustizia nel modo consueto, ovvero con la violenza?


Matteo in questo libro ha intensificato le emozioni contenute nella storia e nei dialoghi ha dato il meglio di sé rendendo le decisioni dei personaggi e le loro storie ancora più reali facendo credere al lettore di essere lui a doverle prendere.


E se avesse dovuto far giustiziare tutti coloro nei confronti dei quali nutriva il sospetto del tradimento, molto probabilmente sarebbe andato avanti a tagliar teste per un anno intero.


Nell’atrocità di alcuni avvenimenti l’autore riesce a farci entrare in punta dei piedi senza destabilizzare il racconto, con una delicatezza innata; per contro il suo linguaggio nei momenti delle lotte, degli scontri è crudo e reale con una dovizia di particolari da far rabbrividire in alcuni instanti. Insomma, Matteo si è superato in tutto in questo secondo capitolo senza perdere di vista la cronologia degli avvenimenti e senza lasciare nulla al caso o senza che niente passi in secondo piano fino ad essere dimenticato.


Vi siete convinti, da miserabili quali siete, di poter bastare a voi stessi. Ma tutte le vostre conquiste, i tesori della vostra conoscenza, sono ben poca cosa se non avete qualcuno con cui condividere le emozioni che vi danno.


Ancora una volta Matteo dimostra di aver fatto studi approfonditi per quanto riguarda l’arte, la guerra e le armi dell’epoca. In particolare, ha scavato a fondo nella psicologia dei personaggi, soprattutto quella di alcuni nemici come Laura Ricci – vecchia conoscenza che torna in questo capitolo più cresciuta, più consapevole e più subdola con un figlio, Ludovico, voluto a tutti i costi e con cui ha un rapporto diciamo strano – oppure la famiglia dei Pazzi – che non perderà occasione di volersi vendicare e voler prevalere sui loro acerrimi nemici, dando così nuovamente vita a una situazione in cui ci si era già trovati nel primo capitolo, ovvero: esilio o omicidio? Ha saputo intrigare il lettore dando il giusto spazio all’organizzazione di una delle tante congiure ai danni dei Medici: la scrittura ricca di particolari permette al lettore di entrare a fondo nelle scene e nelle riunioni dei congiurati, empatizzare con l’opinione di uno piuttosto che di un altro e provare lui stesso a prendere una decisione, tutto questo far capire a chi legge come funzionavano e da chi partivano le congiure a quei tempi, ma soprattutto gli fa vagliare le diverse ipotesi e i probabili risultati.



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Matteo ha saputo approfondire impeccabilmente anche la contorta figura di Leonardo Da Vinci, l’artista all’apparenza pazzo e squinternato che in realtà sotto la scorza che si è costruito ha molto da dare e molto di umano più di quanto chiunque potrebbe immaginare. In poche parole, come dice Ursula, lo ha reso più umano, più uno di noi e riesce a togliere al lettore quel senso di smarrimento che potrebbe provare davanti ad una figura così complicata in apparenza. Ha saputo dare più spazio all’amicizia che lo lega a Lorenzo, ma soprattutto ha dato spazio al rapporto difficile, impossibile e travagliato di Lorenzo con Lucrezia Donati: gli alti e bassi dei rapporti umani sono stati descritti con chiarezza e con una scrittura evocativa e scorrevole che ha fatto si che ci si possa immedesimare nel loro rapporto – chi di noi non ha avuto almeno un momento di difficoltà con il proprio partner? – e personalmente mi ha fatto pensare che la Donati sia una Donna con la D maiuscola, una di quelle con gli attributi, pronta davvero a tutto per amore, una donna che ha saputo accettare che l’uomo che ama si sia sposato con un’altra per rafforzare la famiglia pur di non perderlo. Ho trovato che la forza di questa Donna sia stata determinante anche per l’amicizia di Leonardo e Lorenzo, un collante tra i due che per un attimo si sono persi per strada.


«Vedete, Leonardo? Non è stato facile, dopo tutto?» «Che cosa?» «Lasciarsi andare ai sentimenti per una volta! Alla gioia dell’amicizia. Dando un po’ d’affetto a chi vi sta vicino. Era ora».


In questa citazione trovo che sia riassunto in poche parole il carattere di Leonardo, quel suo essere schivo alle emozioni ma un genio nella creazione delle cose che immagina. Ho apprezzato davvero tanto la descrizione che Matteo ne ha fatto e la sua analisi di tutti i suoi lati umani nella loro profondità.


In conclusione, non posso che tornare a consigliarvi di leggere questa saga, imparare a conoscere la storia del nostro paese (anche se romanzata), conoscere l’arte e gli artisti che hanno reso possibile avere tutte le meraviglie che abbiamo la fortuna di poter ammirare, ma soprattutto per imparare ad amare la scrittura e lo stile dell’autore, Matteo Strukul.

 
 
 

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