top of page

Intervista #camponogaranelmistero: Martina Longhin

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 18 ott 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

Buon mercoledì booklovers! La nostra gara per il/la miglior bookblogger del #camponogaranelmistero continua e oggi sono qui per farvi conoscere più da vicino un'autrice scoperta in occasione di questo evento e di cui vi ho portato, una settimana fa, la recensione.

Quindi, diamo un caloroso benvenuto a Martina Longhin su questi schermi e facciamole sentire tutto il nostro amore.


ree

Ciao Martina, grazie mille per aver dedicato del tempo a me e alle mie domande che spero non siano state troppo scomode 😉 cosa ne diresti di iniziare con il botto?!

Presentati a chi ci legge/segue: chi è Martina Longhin, cosa fa nella vita, perché e da quando/quanto scrive?


Prima di tutto, un saluto ai lettori.

Io sono nata e vivo a Mirano, un comune a circa venti chilometri da Venezia.

Per molti anni sono stata insegnante di musica, ma ora mi dedico a tempo pieno alla scrittura. Ho scoperto questa passione nel 2017 e da allora non ho più smesso di scarabocchiare.


Una passione recente ma che coinvolge il lettore, complimenti davvero. E cosa ti aspetti dalla partecipazione al Camponogara nel mistero? E cosa ti ha spinto a partecipare?


Io abito a neanche venti chilometri da Camponogara, posso dire che quasi quasi gioco in casa, e il mio desiderio è quello di farmi conoscere nel mio territorio.


Diciamolo pure a gran voce che giochi in casa! E' una cosa stupenda. Ora, però, direi di far sapere anche ai nostri lettori di cosa parla “Una cartolina dall’aldilà” il libro che presenterai al Camponogara?

“Una cartolina dall’aldilà”, all’inizio, può sembrare un romance. Ci sono tutti gli ingredienti. Greta, in un incontro casuale, conosce Schani, un turista danese. Nasce un’amicizia che si trasforma presto in una relazione ma… non tutto è come sembra. Una tragica notizia e una cartolina enigmatica sconvolgono la storia. Greta si troverà di fronte a un mistero da risolvere, a un puzzle da ricostruire con tasselli sparsi in Europa, un mosaico da comporre tra colpi di scena e scoperte inquietanti.


ree

Ammetto che inizialmente mi hai spiazzata, ricordo di aver pensato "ma cos'ha a che fare un romance con il mistero?" però poi andando avanti mi sono ricreduta e la scoperta di "Una cartolina dall'aldilà" è stata una delle più belle fatte quest'anno. Davvero complimenti! Ora i nostri lettori smaniano per sapere perché hai deciso di partecipare con questo romanzo piuttosto che con un altro che avrebbe soddisfatto i requisiti richiesti?


È stata un scelta obbligata, perché è l’unico che ho scritto di questo genere.

Io amo la storia e scrivere libri storici o che raccontano storie vere. Quando mi è venuta l’idea di “Una cartolina dall’aldilà”, avevo appena pubblicato “Anna. L’inferno in una bottiglia”, che è un libro che parla di violenza sulle donne, e avevo già in mente “Classe 1911 – I sogni devono attendere”, romanzo ambientato nel decennio 1935-1945, che sapevo già mi avrebbe impegnato per un bel po’, tra ricerche storiche e stesura. Due romanzi “tosti”, quindi, e prima di buttarmi su “Classe 1911”, avevo la necessità di scrivere qualcosa di più “leggero”, qualcosa che non mi impegnasse troppo.

Ora ho appena finito un altro romanzo che racconta una storia vera, anche questa bella “tosta”, ma in “cantiere” c’è il seguito di “Una cartolina dall’aldilà”. Un po’ di respiro…😄


Beh sui libri storici mi hai conquistata e incuriosita, credo sia uno dei miei generi preferiti in assoluto. Però ammetto che anche "Anna. L'inferno in una bottiglia" mi attira nonostante il tema pesante ed importante (credo che dovrò leggerlo prima o poi e chissà magari ospitarti di nuovo qui per parlarne). Ma parlando di cose meno impegnative: a quale personaggio/scena sei più affezionato/a? E qual è stato quel personaggio/scena che ti è stato più difficile scrivere? Perché?


Il personaggio che più mi piace è Rebecca: vulcanica, artista dai modi spicci, l’amica su cui puoi sempre contare; la scena, invece, quella dell’oste a Roma. Mi sono ispirata a un vecchio amico di famiglia, romano, che è proprio così, come ho descritto l’oste.

In realtà non c’è stato un personaggio difficile da descrivere. Per quanto riguarda la scena, invece, è quella quando… No, non posso dirvela, altrimenti svelo “il mistero” 😊


Rebecca è una forza della natura e mi piacerebbe avere la sua energia o almeno la metà. Ma è giunto il momento di una domanda scomoda - o almeno credo possa esserlo: quanto c’è di te in quello che scrivi?


In “Una cartolina dall’aldilà”, c’è la mia passione per i viaggi, la musica e la cucina; il mio amore smodato per Vienna e gli Asburgo (ho letto decine di libri su di loro) e c’è il fascino che esercitano su di me i danesi biondi con gli occhi azzurri😄😉

Insomma, ci sono io, intera, dalla punta dei piedi, all’ultimo capello.


Beh il tuo amore per Vienna e gli Asburgo è arrivato dritto al mio cuore! Ti voglio raccontare un aneddoto: avevo appena terminato di leggere "Una cartolina dall'aldilà" quando ho aperto instagram per farmi i cavoli degli altri prima di scendere dal treno e spulciando tra le storie dei miei amici ne ho vista una che ritraeva il Castello di Neuschwanstein in tutto il suo splendore e ho pensato "non può essere una coincidenza è destino che io prima o poi ci vada". E niente l'ho inserito nelle mie mete da visitare almeno una volta nella vita. Ma dicci cosa vorresti trasmettere ai tuoi lettori con i tuoi romanzi? E con “Una cartolina dall’aldilà” cosa vorresti arrivasse a chi legge?


“Una cartolina dall’aldilà” , come io dico sempre, è un romanzo da “sotto l’ombrellone”, leggero, non impegnativo e il mio obiettivo è quello di far passare qualche ora serena al lettore.

“Anna. L’inferno in una bottiglia”, invece, è una storia realmente accaduta a una mia amica e a sua madre, una storia dolorosa che spero leggano quelle donne vittime di violenza, che continuano a sopportare una relazione tossica, perché si rendano conto che oltre a loro, anche se non in prima persona, vittime di quella violenza lo sono anche i figli.

“Classe 1911”, con cui quest’anno ho partecipato al Premio Campiello, è un romanzo dal sapore antico, è la storia dei nostri nonni, degli usi e dei costumi del tempo, delle piccole gioie ma anche delle privazioni e sofferenze provocate dalle guerre. Un libro per ricordare.


Beh, con tutti e tre i libri hai moltissimo da trasmettere e se i due che non ho letto sono meravigliosi almeno la metà di quanto lo è stato leggere di Greta e Schani (nonostante i temi trattati), allora devo assolutamente leggerli nel minore tempo possibile.

Siamo giunti al termine di questa bellissima chiacchierata, cosa ne dici di salutare i lettori con una frase, un aneddoto che ti rappresenta o che pensi possa far piacere sentire/leggere.


Io ho iniziato la stesura del mio primo romanzo nell’agosto del 2017, per caso. Prima di allora, non mi era mai passato per la testa di scrivere un libro, non mi ero, quindi, neanche mai iscritta a concorsi, partecipato a qualsiasi evento editoriale o fatto ricerche in internet su premi letterari o case editrici. Ebbene, a fine settembre, mi è arrivata una strana mail. Non ne avevo mai ricevute prima di simili. Era scritto: “Se hai un romanzo nel cassetto, iscriviti al concorso letterario…”. Ancora sto sorridendo per la bizzarra coincidenza… O era un segno?Un saluto a tutti!


Direi che se non era un segno quello! Io ti ringrazio con il cuore per il tempo che ci hai dedicato Martina e ti auguro un grosso imbocca al lupo per tutto. Ovviamente un grazie immenso va anche a Kety, alla pro loco di Camponogara e a tutte le persone che si sono impegnate per organizzare questo evento. Vi aspettiamo il 4 e 5 Novembre a Camponogara (VE) sia grandi che piccini.

 
 
 

Commenti


Diversi libri aperti

Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi
o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi.
No, leggete per vivere.

Gustave Flaubert

bottom of page