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Intervista #camponogaranelmistero: Stefano Kavrecic

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 23 ott 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

Buon lunedì booklovers! Oggi vorrei farvi iniziare la giornata e la settimana con un libro a dir poco misterioso, o meglio con il suo autore che attirerà - spero - la vostra attenzione verso questa storia.

Quindi diamo un caloroso benvenuto all'autore.



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Ciao Stefano, benvenuto in questo piccolo spazio e grazie per il tempo che mi hai dedicato. Direi di cominciare proprio dall'inizio: presentati a chi ci legge: chi è Steno Zeno (Stefano Kavrecic), cosa fa nella vita, perché e da quando/quanto scrive?


Sono nato e vivo a Trieste, ho 51 anni, sono appassionato di moto, mi piacciono la montagna e il mare. Da ragazzo leggevo i gialli di Agatha Christie, poi sono passato a Stephen King e Lovecraft. Per hobby, a quarant’anni, ho iniziato a scrivere racconti su Facebook. I lettori li hanno apprezzati e ho deciso di frequentare un corso di scrittura, cominciando dal livello base ho proseguito con i due livelli più avanzati. A tutt’oggi non ho ancora smesso di studiare. Il prossimo impegno sarà un corso per editor, mi piacerebbe anche scrivere per dei podcast.

L’anno scorso è uscito "Ombre di famiglia" per PAV edizioni, ora sta per uscire un secondo romanzo con De Nigris editore, racconta di un serial killer sul lago di Garda, intanto sto scrivendo il terzo libro.


Una bella vita intensa direi e coltivare le proprie passioni è quello che, a mio parere, ci mantiene sempre giovani. La PAV ci vede bene sui suoi scrittori e sono felice che abbia scelto anche il tuo "Ombre di famiglia" da includere nel loro catalogo. Ma venendo all'evento che ha portato le nostre strade ad incrociarsi, cosa ti aspetti dalla partecipazione al Camponogara nel mistero? E cosa ti ha spinto a partecipare?



È il primo concorso a cui partecipo con il mio romanzo, è una nuova emozione, eccitante e preoccupante allo stesso tempo, soprattutto perché sarò presente di persona, vincendo il mio imbarazzo. Camponogara è una bella esperienza, è un concorso particolare, ha una sua atmosfera, e non vedo l’ora di essere lì. Ho deciso di parteciparvi dopo aver visto un video promozionale di Kety Franzolin, ne ha parlato con un tale trasporto e così tanta passione che mi ha coinvolto e ho mandato l’iscrizione il giorno stesso.


Kety mette amore in tutto quello che fa e quando parla delle sue creature le fa amare anche a chi non avrebbe mai pensato potesse piacergli quella particolare cosa. E ora ti va di svelarci di cosa parla “Ombre di famiglia”? E perché hai deciso di partecipare con questo romanzo piuttosto che con un altro che avrebbe soddisfatto i requisiti richiesti?


‘Ombre di famiglia’ è un romanzo noir, con una trama misteriosa. I protagonisti sono i membri di una famiglia normale: il padre, Sandro, è un ingegnere civile; Angela, la madre, ha un negozio di abbigliamento; Marco, il loro figlio, è un operaio; la sua ragazza, Barbara, lavora come receptionist in un albergo. Ma sotto la superficie piatta e liscia l’acqua è torbida. Loro malgrado saranno coinvolti in ricatti, rapimenti e omicidi, se la vedranno con un pericoloso spacciatore e una cosca mafiosa. Quando tutto alla fine sembrerà finalmente risolto un segreto sconvolgerà ancora le loro vite. Saranno abbastanza forti per affrontare tutto questo o la famiglia si sgretolerà come l’argine di un fiume sotto la pioggia?

Ho deciso di partecipare con questo romanzo perché, anche se non aderisce ai requisiti scelti per il concorso, è una storia che fa dei segreti e dei misteri la sua bandiera.


Decisamente un romanzo che fa per me e che consiglierei a tutti gli amanti del genere perché promette grandi cose. E ora una domanda scomoda per ogni autore: a quale personaggio/scena sei più affezionato? E qual è stato quel personaggio/scena che ti è stato più difficile scrivere? Perché?


Nel romanzo ci sono molte scene di conflitto, ad alta tensione, se dovessi sceglierne solo due direi che la prima sarebbe l’incipit: troviamo subito un acceso confronto padre-figlio, talmente infiammato che uno dei due finirà all’ospedale; l’altro momento che mi sono divertito a raccontare vede protagonisti Angela e Sandro, moglie e marito.

Alla fine di una lunga giornata, in un salotto illuminato solo da una piantana, Sandro seduto in poltrona sorseggia del vino mentre Angela, nervosa e imbarazzata, cammina avanti e indietro prima di svelare il suo segreto, ignara del fatto che suo marito lo conoscesse già.

Invece il personaggio più difficile da scrivere è stato Daniele, lo spacciatore. Un vero cattivo; violento, imprevedibile, senza scrupoli, che non guarda in faccia niente e nessuno, nemmeno il suo amico e complice.


Tutti gli autori dicono che scrivere il cattivo sia la parte più difficile e io aggiungo che i cattivi, però, sono sempre i personaggi migliori, almeno nel 99,99% dei casi e secondo il mio modesto parere. Credo siano quelli che danno un tocco in più alla storia - senza nulla togliere agli altri e a tutto il resto della trama ovviamente - mettendo un pizzico di mistero e ansia in ogni genere in cui siano presenti. E dopo questa domanda insidiosa, mi sembra giusto porne un'altra e battere il ferro finché è caldo: quanto c’è di te in quello che scrivi?


C’è un piccolo pezzo di me in ogni personaggio del libro.

Quando un autore crea un personaggio, con le sue caratteristiche, i suoi difetti e i suoi pregi, si immedesima, e, per il tempo della scena, per un momento, deve diventare quell’individuo; deve parlare, pensare e agire come se fosse il personaggio.

L’autore diventa attore, recita il ruolo del suo personaggio, altrimenti quello che scriverà non sarà coinvolgente per il lettore, sarà banale e noioso. Sono le cose peggiori per uno scrittore.


L'autore diventa attore è una cosa a cui non avevo mai pensato, però è la pura verità: un'autore dev'essere il primo a riuscire ad entrare nella testa del personaggio di cui sta scrivendo. E ora l'ultima domandina difficile, cosa vorresti trasmettere ai tuoi lettori con i tuoi romanzi? E con “Ombre di famiglia” cosa vorresti arrivasse a chi legge?


"Ombre di famiglia" è il mio primo romanzo e tocca temi difficili e importanti. Oltre a quelli menzionati prima (ricatti, rapimenti, la cosca mafiosa, …) che fanno parte della trama principale nelle diverse sottotrame, che riguardano gli altri personaggi e le loro vicende, parlo di violenza domestica, di stalking, di omosessualità, di famiglie allargate e di come tutto questo viene visto da chi lo vive e dalla società.

Vorrei che ai lettori, dopo aver chiuso il libro, restasse un senso di positività, che le persone che vivono un periodo difficile possano immaginare la fine del loro tunnel, che riescano a trovare quel briciolo di coraggio che gli manca per prendere in mano le loro vite. So che non è facile, in certe situazioni, ma spero che un piccolo lume di speranza possa accendersi.


Io spero che questo tuo messaggio arrivi a chiunque sia in un momento di difficoltà e che tutti possano vedere la luce alla fine di quel tunnel.

Siamo, ahimè, giunti alla fine di questa piacevole chiacchierata. Ti va di salutare i lettori con una frase, un aneddoto che ti rappresenta o che pensi possa far piacere sentire/leggere.


Vorrei lasciare i lettori con la citazione di Nietzsche che ho inserito all’inizio del libro:

“Se guarderai a lungo nell’abisso anche l’abisso guarderà in te.”

Un monito e un consiglio. Scegli bene a cosa dare importanza, perché potrebbe distruggerti o liberarti.

Cos’avranno scelto i miei protagonisti?


Ovviamente non vi sveliamo cos'hanno scelto i protagonisti, dovrete scoprirlo voi stessi leggendo. Io ringrazio Stefano del tempo che mi ha dedicato per questa bellissima chiacchierata. Rinnovo anche in questa occasione il mio ringraziamento a Kety e a tutto lo staff del Camponogara nel mistero per aver creato questo evento strepitoso. Ed infine, ricordo a voi lettori che vi aspettiamo a Camponogara (VE) il 4 e 5 Novembre.

 
 
 

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o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi.
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Gustave Flaubert

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