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Intervista #camponogaranelmistero: Yasodhara Leandri

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 27 ott 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

Buon venerdì booklovers!

Per il Camponogara nel mistero oggi voglio farvi conoscere un'autrice molto dolce e carina che si è rivelata una scoperta meravigliosa di questa edizione.


Diamo il benvenuto e facciamo sentire a casa Yasodhara Leandri.


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Ciao Yasodhara, grazie per avermi dedicato il tuo tempo prezioso. Cosa ne dici di rompere subito il ghiaccio? Presentati a chi ci legge/segue: chi è Yasodhara Leandri, cosa fa nella vita, perché e da quando/quanto scrive?


Yasodhara Leandri si fa chiamare Yaso nella vita e ama raccontare storie. Scusa mi fa strano parlare in terza persona. Non riesco a farlo neanche nei libri. Dunque nella vita io scrivo, non necessariamente storie purtroppo, ma ho fatto della mia passione per la scrittura il mio lavoro. Sono una copywriter. Nel tempo libero faccio quello che vorrei fare sempre ovvero scrivere storie, non soltanto di genere letterario ma anche cinematografico, da qualche tempo mi sto cimentando con la sceneggiatura. Mi chiedi perché scrivo e ti rispondo perché non mi immaginerei a fare altro. Il mio sogno è sempre stato questo: raccontare storie e poterle condividere. Ho sempre scritto fin da piccola, ma la prima e vera propria storia che ho scritto è stata quella in cui La Ruota Edizioni ha deciso di credere: La Custode.



Direi che, se posso, ti chiamo anch'io Yaso. Che poi hai un nome stupendo e molto particolare. Direi che la scrittura è il tuo stile di vita e sono contenta che tu ne stia parlando con me. Parlando del motivo per il quale le nostre strade si sono incrociate, cosa ti aspetti dalla partecipazione al Camponogara nel mistero? E cosa ti ha spinto a partecipare?


Sono un amante del genere mystery, soprattutto da qualche anno a questa parte, e la mia festività preferita è Halloween quindi capirai che mi ha attirato in primis il tema di questo festival. Non solo, abito nella stessa città dove si svolge e mi piacerebbe moltissimo scoprire nuove storie e incontrare persone che condividono la mia stessa passione per la scrittura e i libri.


Che bello quando hai eventi vicini a te che ti permettono di parlare di quello che ti piace e di conoscere persone con la tua stessa passione. Ancora meglio se è un evento incentrato su qualcosa che ci piace fare, leggere o di cui ci piace parlare. E visto che siamo in tema, di cosa parla “La custode”? E perché hai deciso di partecipare con questo romanzo piuttosto che con un altro che avrebbe soddisfatto i requisiti richiesti?


Perché è l’unica saga che ho scritto? Scherzi a parte, ho deciso di partecipare con La Custode, perché credo che nonostante il genere sia prevalentemente il fantasy, la trama sia intrisa di mistero. Me la sono immaginata un po’ come la mystery box di cui parla JJ Abrams, ogni volta che giungi a una rivelazione ti ritrovi davanti ad un altro mistero da svelare.


Beh non significa che perché un romanzo è prevalentemente fantasy non contenga del mistero, anzi a volte ho trovato più fantasy con mistero che thriller. Ma qui entriamo in un altro discorso, perciò direi di passare ad una domanda che molti trovano scomoda/difficile: a quale personaggio/scena sei più affezionato/a? E qual è stato quel personaggio/scena che ti è stato più difficile scrivere? Perché?


Questa è una bellissima domanda. Il personaggio a cui sono più affezionata è Alex, la protagonista. C’è così tanto di me in lei e per questo ogni scena, ogni interazione acquisisce sempre un significato inaspettato per me. Spesso mi ritrovo a capire delle cose della mia vita scrivendo di una vita inventata. La scena a cui forse sono più affezionata è quella tra Alex e Peter che, cercando di non fare spoiler, ha luogo sugli scalini davanti alla vecchia casa di lui. È un momento di profonda comprensione tra i due, c’è tanto dolore in quella scena ma anche tanta gentilezza. Per quanto riguarda invece la scena più difficile da scrivere, in verità mi vengono in mente solo scene del seguito de La Custode e del terzo libro che sto scrivendo ora. Senza rivelare troppo, Alex compirà

delle azioni che si allontanano dalla persona che sono io ed è quindi stato molto difficile

immedesimarmi in esse ma al tempo stesso entusiasmante.


Dicono che scrivere aiuti ad analizzare gli eventi che viviamo in modo più razionale e a volte con un punto di vista esterno e direi che per te sia così da quanto ci racconti. Riprendendo la via delle domande non troppo simpatiche, quanto c’è di te in quello che scrivi?


Un po’ ho già risposto a questa domanda. Nel scrivere Alex mi sono sempre immedesimata in lei chiedendomi cos’avrei fatto al suo posto. Anche se diciamolo è probabilmente molto più coraggiosa di me. Tuttavia mi sono accorta che non è solo in lei che c’è qualcosa di mio. Anche negli altri personaggi ci sono sfaccettature del mio carattere o di persone che conosco e che sono riuscita a comprendere di più immedesimandomi in un punto di vista che non era il mio. Insomma la mia vita trova sempre il modo di insinuarsi nelle mie storie, penso sia naturale. Forse la cosa più emblematica nel caso del mio primo romanzo è che inizia con una gita scolastica di Alex a Parigi ed io ho iniziato a scrivere questo libro proprio dopo una gita delle superiori nella stessa città. Tanti dei momenti descritti sono accaduti davvero. Beh tranne l’incontro con Jaden.


Si può dire che chi ti vuole conoscere possa farlo attraverso Alex tante sono le cose che hai messo di te in lei, cosa molto interessante. Cosa vorresti trasmettere ai tuoi lettori con i tuoi romanzi? E con “La custode” cosa vorresti arrivasse a chi legge?


La prima cosa che vorrei è emozionarli, come per qualsiasi altra cosa che scrivo il primo desiderio è quello di arrivare alle persone. Con “La Custode” e anzi con questa trilogia in generale, c’è un messaggio ben preciso che credo e spero sia trasmesso a chi legge. L’importanza d’essere se stessi, indipendentemente da ciò che dicono o pensano gli altri. Non rinunciare mai a se stessi.


Un desiderio comune a tanti ma che spero possa avverarsi anche per te. E così giungiamo alla fine di questa bellissima e dolce chiacchierata. Saluta i lettori con una frase, un aneddoto che ti rappresenta o che pensi possa far piacere leggere.


Beh sicuramente ribadisco quanto detto poco fa sul non rinunciare mai ad essere se stessi e questo significa di conseguenza: non rinunciare ai propri sogni, mai. L’unica altra cosa che mi sento di aggiungere perché credo sia molto importante tenerla a mente è una frase che forse qualcuno ha già sentito: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre”. E concludo ringraziandoti per il tempo che hai dedicato a me e al mio libro, significa davvero tantissimo.


Sono io che ringrazio di cuore te per avermi dedicato del tempo prezioso per questa domande, Yaso, e non vedo l'ora di conoscerti dal vivo. Ringrazio anche la nostra Kety e tutti gli organizzatori del Camponogara nel mistero per l'immenso lavoro fatto. Vi aspetto il 4 e il 5 Novembre a Camponogara (VE).

 
 
 

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