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Intervista con l'autore: Davide Carotenuto

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 11 dic 2023
  • Tempo di lettura: 6 min

Buon lunedì booklovers!

Inizio già a mantenere il mio buon proposito per il 2024 e quindi oggi voglio portare alla vostra conoscenza un nuovo autore emergente.


Diamo il benvenuto a Davide Carotenuto.



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Ciao Davide, per prima cosa grazie per essere qui in questo piccolo spazietto dedicato a voi autori emergenti. Raccontaci un po’ di te e da dove nasce la passione per la scrittura?


Intanto vi ringrazio per questa splendida opportunità che mi state offrendo.

Nella vita di tutti i giorni sono un avvocato che vive di termini e di scadenze, come di affannose corse tra un’aula di tribunale ed un appuntamento, che mette tanta passione in quello che fa, nonostante tutto. E poi c’è la scrittura. La passione per la scrittura parte da molto lontano. Da quando ero ragazzo e, quasi per gioco più che per convinzione, cercavo di mettere a posto i pensieri che mi affollavano la testa usando soltanto una penna ed un foglio di carta. Per certi aspetti posso dire che la scrittura è stata la mia salvezza, specie dopo tante giornate storte in cui ci capivo davvero poco di quello accadeva attorno. Qualche anno fa ho avuto l’opportunità di pubblicare alcune poesie per una casa editrice romana e di collaborare con un artista partenopeo, Roberto Guardi alias “Il Befolko”, per la realizzazione di un libricino di fotografie e poesie in lingua napoletana. E poi, forse, poche righe non mi sono bastate più per raccontare tutto quello che mi porto dentro ed è così che è nato il mio “Amaro in vetro”.


Dicono che la scrittura aiuti e credo tu, come tanti altri che sono passati di qui e che ancora non ci sono passati, sia un esempio di questa cosa. Io stessa avevo provato a scrivere per sistemare quello che avevo in testa da adolescente e qualche anno fa provai a scrivere qualcosa di più, ma poi ho capito che con me non funziona la cosa a me aiuta di più il libro giusto al momento giusto. Qualcosa di scritto ma non da me 😄 Quindi, cos’è per te la scrittura?


La scrittura è il mio rifugio. È la mia piccola stanza con il lumicino riverso sulla scrivania in cui, dopo tante ore trascorse a scrivere e a raccontare le vite degli altri, posso finalmente scrivere per me. È un momento di profonda intimità e di introspezione, senza prendersi troppo sul serio però. Perché la battuta per sdrammatizzare e per alleviare una sofferenza non manca mai. È la ricerca, a volte faticosa, di un punto di equilibrio tra ciò che si è e ciò che il mondo crede di sapere di te ma soltanto perché è quanto sei costretto a mostrare nella vita di tutti i giorni. È il tempo in cui, riposta la toga, posso dare spazio alla persona con tutto quello che si porta dentro. Paure, inquietudini, malinconie, ma anche immensi sorrisi tra ricordi e speranze per il domani. È quell’attimo in cui faccio caso alle piccole cose che, in fondo, danno un senso a tutto il resto.


E' tanta roba oserei dire! E sono contenta che lo sia e che questa tua passione, questo tuo sfogo ti abbia portato sulla mia strada e qui a chiacchierare con me oggi.

Ti ispiri a qualcosa di particolare quando scrivi (canzoni, posti, momenti vissuti, racconti…)?


L’ispirazione viene innanzitutto dal quotidiano. Dagli incontri come dagli scontri della vita di tutti i giorni. E da questo punto di vista, devo dire che la vita professionale offre molti spunti di riflessione e tanti aneddoti divertenti che vale la pena raccontare. Poi ci sono le canzoni. Magari capita che mentre sono in auto, nel traffico, passa una vecchia canzone per radio ed in un attimo mi ritrovo in un luogo lontano che quasi non ricordavo più di aver visitato. Oppure le fotografie. Ho ancora il vizio o il vezzo di stamparle e di tirarle fuori in un momento qualsiasi della giornata. E tutto ritrova un senso più profondo dell’oggi. E poi ci sono gli affetti più cari con cui condivido molto più delle parole che possono essere pronunciate ad alta voce.


Con il tuo lavoro non credo ti manchino le cose da raccontare. E anche le foto - ti confesso anche a me piace ancora stamparle e riguardarle - sono un valido aiuto, così come la musica e come il quotidiano tutto. Parlaci di “Amaro in vetro”: da dove nasce l’idea per questo tuo romanzo?


Più che da un’idea, “Amaro in vetro” nasce da un’esigenza. Dal bisogno di fermarsi un attimo a rifiatare dopo tanto tempo passato a correre. A correre per inseguire una felicità che pare sempre destinata a qualcun altro o per non dover affrontare a viso aperto le proprie paure. Ho cominciato a scriverlo nel 2016 e, senza mai forzarmi, ho lasciato che le parole scorressero da sole lungo le pagine bianche. Il libro racconta di un periodo della mia vita molto turbolento durante il quale, complice anche una serie di incontri e di storie finite male, ho sentito la necessità di capire meglio me stesso e quanto mi stesse accadendo. Non mi sono bastate più tutte quelle considerazioni e parole, anche banali ed intrise di rancore, con cui si cerca di trovare una spiegazione ad un incontro finito male o ad un sentimento mai sbocciato per davvero e che, spesso, si pronunciano ad alta voce soltanto per dormire meglio di notte. Ho avuto bisogno di pormi domande nuove, cercando nuove risposte. Ed alla fine ho capito che le domande iniziali erano completamente sbagliate. Parafrasando il celebre titolo d’esordio delle avventure dell’avvocato Malinconico di Diego De Silva, ho capito di non aver mai capito niente nella vita. Ed è stato un bene perché poi, all’orizzonte, si sono aperte vaste praterie di conoscenza e di riscoperta delle cose più semplici e belle della vita.


Fermarsi a rifiatare e riscoprirsi non è mai un male e al giorno d'oggi dovremmo dedicare più tempo alla scoperta/riscoperta di noi stessi, dovremmo ricavarci il tempo necessario di rifiatare senza stare sempre a correre e ad affannarci come ci richiede la società. Ma quindi un buon motivo per leggere “Amaro in vetro”?


Perché è un’altalena di emozioni, attraverso ricordi ed episodi di vita vissuta, in cui si ride di gusto e si piange subito dopo, per poi tornare a ridere nella pagina successiva. Il tutto a grande velocità e con un ritmo che stimola la curiosità per il successivo aneddoto. E non importa che si racconti della fine di una storia d’amore, di un piccolo intervento chirurgico, della perdita di un genitore oppure di un’infinita attesa alla stazione. Perché tutti possono rivedersi e ritrovarsi nelle avventure o disavventure del protagonista. Cambiano gli scenari, i momenti e perfino le parole dette o non dette, ma le storie sono quasi sempre le stesse e comuni a tutti. Ed il lettore, scorrendo le pagine, si troverà a fare i conti con tutte quelle cose che si porta dentro e che non ha mai voluto dire ad alta voce. Nemmeno a sé stesso. E qualcuno, magari, si sentirà meno sbagliato, meno inadatto e meno solo. E, perché no, deciderà di prendere carta e penna per raccontare la sua storia. Perché tutti abbiamo una storia che vale la pena raccontare.


Wow sono parole bellissime le tue e spero che tanti leggendo "Amaro in vetro" si sentano compresi e meno soli, e magari trovino il coraggio di fare quel qualcosa che hanno rimandato fino al momento in cui hanno terminato la lettura.

Per finire la tortura, lasciaci una frase, raccontaci un aneddoto, un libro o qualsiasi cosa ti rappresenti al meglio.


Nessuna tortura, anzi! In realtà avrei tante cose da raccontare ma in questo momento, a bruciapelo, mi viene in mente una frase dettami da un amico che non c’è più. In uno dei momenti più grigi della mia vita mi disse di tenere a mente queste parole: “le cose belle vengono per chi sa aspettare”. All’epoca non diedi molto peso a questa frase e, lì per lì, non mi fu affatto di conforto. Tutt’altro. Forse perché l’idea stessa dell’attesa di qualcosa di bello che sarebbe poi arrivato, chissà quando e chissà come, mi dilaniava e aumentava l’inquietudine di giornate che non riuscivo a raddrizzare. Oggi, a distanza di tanti anni, posso dire di averne davvero compreso il senso e di averle fatte mie. Posso dire che aveva ragione lui, perché le cose belle davvero vengono per chi sa aspettare e questo libro, il mio “Amaro in vetro”, ne è la dimostrazione.


Nei momenti più bui ci viene difficile credere e accettare tante cose perché vediamo tutto nero e impossibile, ma credo da sempre che il bello arrivi quando meno te lo aspetti e sono d'accordo con quello che ti disse il tuo amico.

Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e ti auguro un grosso imbocca al lupo per tutto.

 
 
 

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o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi.
No, leggete per vivere.

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