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Intervista con l'autore: Salvatore Claudio D'ambrosio

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 4 dic 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Buon lunedì booklovers!

Voglio iniziare questa nuova settimana e questo nuovo mese con un'intervista ad un autore emergente. Ho intervistato pochi autori uomini e uno dei miei propositi per il nuovo anno sarà appunto rimediare a questa cosa e chi ben comincia è a metà dell'opera.


Diamo il nostro caloroso benvenuto a Salvatore Claudio D'ambrosio!


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Ciao Salvatore, benvenuto in questo mio piccolo spazio a disposizione di tutti gli autori e autrici emergenti che hanno voglia di far sentire la loro voce e farsi conoscere. Raccontaci un po’ di te e da dove nasce la passione per la scrittura?


Ho sempre adorato scrivere. Scrivo da quando ero piccolo, ma mai con la pretesa o la velleità di realizzare qualcosa fino al primo libro. Scrivevo per me, non per gli altri, e credo che questo emerga anche dal mio libro.


Ancora non ho letto il tuo primo libro, ma rimedierò nel minor tempo possibile perché la trama mi ha incuriosita da subito e anche il fatto che tu abbia deciso - con grande coraggio a mio avviso - di pubblicare qualcosa di scritto solo per te. A proposito di scrittura, cos'è per te?


La scrittura per me è terapia, è il continuare il lavoro che faccio durante le sedute con la psicologa. Mi serve per rimettere in ordine i miei demoni interni


Ti ispiri a qualcosa di particolare quando scrivi(canzoni, posti, momenti vissuti, racconti…)?


Sono sempre stato attratto dal modo di raccontare di Jannacci e di Palahniuk. Non li scimmiotto, ma mi piace il loro modo di parlare anche di fatti tragici con leggerezza. Mi aiuta tanto la musica. Ascoltando di tutto prendo spunto da ciò che ascolto.


Se stessimo chiacchierando faccia a faccia adesso ti chiederei: qual è il tuo genere musicale o il tuo cantante/gruppo preferito? O quanto meno quello che ascolti di più o nei momenti più difficili? Sfortunatamente non lo stiamo facendo direttamente, ma se vuoi puoi lasciarmi un commentino che sono curiosa - e credo lo siano anche i miei lettori - io intanto ti faccio una domandina sul tuo libro. Parlaci di “Ho ancora gli occhi da cerbiatto”: da dove nasce l’idea per questo tuo romanzo?


Decisi di scrivere in attesa della diagnosi di sclerosi multipla (spoiler: si, ho la sclerosi multipla). Con la psicoterapeuta dalla quale andavo al tempo decidemmo di provare a scrivere un diario di bordo di quelle giornate che via via erano diventate sempre uguali, tra letto, visite mediche e vertigini. Sentivo che il diario di bordo non mi serviva e decisi di raccontare a me stesso altri momenti e altre situazioni nella mia vita nella quale ero stato capace di superare anche prove peggiori per darmi coraggio


Wow mi hai tolto le parole di bocca! Hai davvero un grande coraggio e una grande forza e sono felice di averti conosciuto e di averti intervistato.

Ti va di darci un buon motivo per leggere “Ho ancora gli occhi da cerbiatto”?


Un buon motivo? Credo l’autenticità del mio racconto: se da una parte non risparmio nulla, neanche nella terminologia usata, dall’altra mi rendo conto che proprio questo linguaggio non edulcorato permette a chiunque di sentirsi in relazione con me. Nella mia storia ci sono pezzi della storia di tantissime persone. Leggerla può aiutare gli altri a sentirsi meno soli.


Direi che è più di un buon motivo, è un ottimo motivo e spero che tante persone lo leggano e si possano sentire capite e non abbandonate. Ma soprattutto spero che lo legga chi non è solo e possa capire che alle volte potrebbe bastare un piccolo gesto per non far sentire soli gli altri: perché non sappiamo cosa stanno vivendo quando li incrociamo e un nostro sorriso potrebbe fare la differenza nella loro giornata.

E per finire la tortura, lasciaci una frase, raccontaci un aneddoto, un libro o qualsiasi cosa ti rappresenti al meglio.


Mai perdere la speranza nella vita, neanche nei momenti di peggior sconforto. Me lo dissi quando persi mio padre e continuo a dirmelo ancora adesso. Mi aiuta tantissimo.


Grazie Salvatore per avermi dedicato il tuo tempo prezioso e per aver avuto il coraggio di pubblicare e donare al mondo la tua storia. Un mio personale augurio per te: non perdere mai la speranza e continua a spargerla nella vita di chi incontri.


Ancora una volta grazie per questa nostra chiacchierata!

 
 
 

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Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi
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Gustave Flaubert

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