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#Intervistanelmistero: Sonia Perin

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 12 nov 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Buon sabato booklovers! Con una settimana di ritardo per colpa di una mia dimenticanza imperdonabile sono qui oggi a farvi conoscere un'altra delle partecipanti a quello che è stato il #camponogaranelmistero di cui vi racconterò qualcosina nei prossimi giorni.


Ma diamo il benvenuto a Sonia Perin, una donna che non smette di lottare per quello in cui crede mai e che sono felice di aver conosciuto.



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Ciao Sonia, benvenuta in questo piccolo spazio, grazie per il tuo tempo e scusami ancora per questo terribile ritardo. Non perderei altro tempo ti va di raccontarci di te?


"Eccomi con la voglia di essere sincera, alla mia età e con un passato drammatico alle spalle voglio essere orgogliosa di quel poco che ho raggiunto. Sono nata nel lontano 55, prima del matrimonio di mia madre, e a quel tempo già questo era un dramma. Mio padre mi ha riconosciuta come sua figlia ma sono sempre stata quella che lo aveva obbligato al grande passo. Dopo di me altri 2 fratelli e una sorella. Un’infanzia difficile, la povertà mi ha fatto lasciare le scuole e andare a lavorare. Volevo diventare una scrittrice e riempivo quaderni di storie e poesie e leggevo tanto. A sedici anni mi hanno fatta sposare con un uomo più vecchio di me, perché avevano debiti con lui. Mi sono sentita dire per una vita che ero stata ben pagata e dovevo ubbidire con schiaffi e pugni. A 17 anni ho avuto la mia bambina Barbara malata di Fibrosi Cistica"


Direi che un passato come il tuo lascia il segno e tu senz'altro hai avuto due palle grandi e una forza incredibile ad affrontare tutto quanto a testa alta e mi reputo onorata di averti conosciuta e di aver avuto la possibilità di parlare con te.

Però, se sei d'accordo proverei a parlare un po' di libri e scrittura che sono sicura siano intrisi della tua vita: cos’è per te la scrittura? Da dove nasce la tua passione?


"La scrittura è stata un modo per esprimere il mio disagio in solitudine, parlare con me stessa è quello che ho fatto per una vita. Dopo la morte di mia figlia è stata il modo per urlare in silenzio il mio dolore."


Non posso nemmeno immaginare cosa sia stato perdere tua figlia e affrontarlo in solitudine e per questo ti abbraccio forte anche a distanza. Che ne dici di parlarci di "Angel Baby": dove hai trovato lo spunto per questo tuo romanzo? E qual è un buon motivo per leggerlo?


"Ho scritto questa storia in parallelo con “La coscienza di Yuri”, saltando da un testo all’altro per disintossicarmi dai pezzi che mi facevano male. Angel è una giovane ingenua che incappa nelle mani di un uomo più vecchio di lei che le fa fare cose di cui non sapeva nemmeno l’esistenza. Mentre lo scrivevo è scomparsa nel nulla una donna di Padova e lavoravo con un ragazzo autistico, i pezzi si sono sommati facendo nascere questo giallo che può insegnare molte cose e questo è un buon motivo per leggerlo."



Sicuramente sarà una delle mie prossime letture: mi aveva già incuriosita appena letta la trama ma averti sentito parlarne dal vivo e questa tua risposta hanno aumentato la mia curiosità ancora di più.

Ma toglimi una curiosità, cosa ti aspettavi da “Camponogara nel Mistero? Cosa ti ha convinto a partecipare?



"Voglio essere sincera fino in fondo. Sono snobbata dalle istituzioni e da altri scrittori di zona, dopo 9 o 10 libri nessuno mi considera ancora un’autrice. Non avere un titolo di studio alle spalle e non nasconderlo ti fa cadere in secondo piano. Comunque contenta di essere sempre stata sincera e non essermi inventata quello che non sono. Camponogara è stata un’esperienza bellissima, mi ha fatto uscire di casa, cosa che non faccio mai. Mi ha fatto capire che non ho amici veri, solo una cara amica si è presentata alla mia postazione. Fa male ma confido sempre nel detto “Meglio pochi e buoni ecc..” e in ogni caso il calore che ho sentito intorno a me era genuino. Per finire ho chiesto di partecipare per mettermi alla prova e mi considero promossa!"


Sei stata super promossa davvero! E io sono convinta che sia meglio essere sinceri e semplice piuttosto che pomposi e inconcludenti se poi gli altri non lo capiscono e/o non lo apprezzano direi che è un loro problema. Per quella che è la mia poca esperienza, alle volte un titolo di studio vale meno di un pezzo di carta soprattutto se messo in rapporto all'esperienza e tu ne hai davvero tanta e per come ti ho conosciuta io ti stimo dal profondo del cuore.

E per finire la tortura lasciaci una frase, raccontaci un aneddoto o qualsiasi cosa ti rappresenti al meglio.



"Mia figlia mi diceva sempre che scrivevo poco e che in fondo volevo scrivere di lei. Vero! Quando è mancata ho scritto in 2 mesi “Favola blu” un libro che racconta in favola la sua bellissima vita."


Io ti ringrazio ancora per la tua disponibilità e per la tua sincerità e spero di avere occasione di incontrarti di nuovo presto per poter parlare ancora di altri libri che hai scritto o scriverai.

 
 
 

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