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Review party: Ethan. L'angelo del silenzio - Elizabeth Giulia Grey

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 15 ott 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

Hola booklovers, il venerdì segna l’inizio del weekend e io voglio consigliarvi un libro che potrebbe farvi compagnia durante il weekend.


Ethan. L’angelo del silenzio di Elizabeth Giulia Grey edito Morestories


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Trama: Fare da baby-sitter a un bambino autistico? Il professor Donovan deve essere impazzito!

Ecco il primo pensiero di Kate.

Lei che già si vedeva immersa anima e corpo in una ricerca sperimentale all'avanguardia, o magari chiamata a rinfoltire le fila di una prestigiosa azienda della Silicon Valley, è costretta suo malgrado a piegarsi allo strambo volere del suo mentore.

Ma i guai della ragazza non sono finiti lì: il padre del bambino, infatti, è Philip Clark, uno dei professori più temuti e ammirati dell'intero ateneo, noto per essere un uomo schivo, ostile, poco incline al contatto umano e con origini aristocratiche a rendere ancora più austero il suo comportamento.

C'è di peggio? Ebbene sì, dato che Kate ha un trascorso scomodo e gravoso che ha sempre tenuto nascosto a tutti e che tale avrebbe dovuto restare per sempre. Mantenere un segreto con Philip Clark, tuttavia, è impossibile, e lei lo capirà presto, anzi, prestissimo.

Kate e Philip: due persone così diverse, ma in fondo così simili.

Il caso li mette l’una sulla strada dell’altro e un'esperienza iniziata in sordina, affrontata in punta di piedi e a fior di labbra, si trasformerà in fretta in qualcosa di terribilmente coinvolgente, li travolgerà tutti con la forza di un tornado, minerà le loro sicurezze e rimetterà tutto in discussione, compreso il loro futuro e la loro felicità.


Non sapeva spiegarselo, ma qualcosa le diceva che, se avesse varcato quella soglia, la sua vita sarebbe cambiata per sempre. E non necessariamente in meglio.


Non avevo idea di cosa aspettarmi, ma mai mi sarei immaginata una storia così toccante ed emozionante, un qualcosa di così profondo che arriva dentro l’anima – e non perché l’autrice non ne sia in grado, anzi.

Conosciamo Ethan, un dolce bambino autistico figlio di un professore universitario ricco e di nobile lignaggio, Philip Clark, e della moglie Clarisse, che non ha sopportato la particolarità del figlio. Un bambino intelligente che pochi riescono a comprendere e a stimolare nel modo corretto. Un piccolo che ha tanto amore da dare e non sa come darlo. Ci scontriamo anche col padre, Philip, che dopo la tragica perdita della moglie non ha idea di come fare con suo figlio, si affiderà a una serie di terapisti che, però, non faranno nessun progresso col figlio facendo sprofondare il padre in uno sconforto ancora peggiore. Un padre che si chiuderà in sé stesso diventando scontroso, freddo e che studierà tutto quello che può sulla sindrome del figlio, ma non riuscirà ancora a capirlo e ad aiutarlo.


Lei apparteneva all’ultima categoria: cercava di essere forte, di affrontare la vita con la giusta dose di positività, ma il più delle volte falliva, mostrando al mondo un sorriso vuoto, che non corrispondeva affatto alla devastazione che avvertiva nel cuore.


Conosciamo anche Kate, una giovane neolaureata in psicologia alla quale il suo professore, Ben Donovan, troverà un lavoro proprio nella casa del professor Clark, come baby-sitter del piccolo Ethan. Una ragazza all’apparenza forte, con una vita felice, che in realtà nasconde una vita di sacrifici a stretto contatto con la sindrome dell’autismo e sarà la sola in grado di entrare davvero in contatto col piccolo Ethan. Grazie a questo dolce esserino capirà tante cose di sé stessa e di cosa vorrà fare davvero in futuro. In una serie di alti e bassi nei rapporti con Philip troverà una sua normalità e un po’ di felicità?


<<Io non scappo>> replicò lei […] <<Io ottimizzo le energie, senza sprecarle per qualcosa per cui non vale la pena di perdere tempo, non più.>>


Elizabeth Giulia Grey è riuscita – prendendosi alcune licenze “romanzesche” – ad avvicinarmi un po’ di più dall’interno al mondo dell’autismo e al modo di reagire sia delle persone che ne sono affette sia, soprattutto, di quelle che gli stanno attorno. Come da lei ammesso non vuole essere un trattato sulla sindrome dell’autismo e, oltre ad – come pocanzi detto – alcune libertà che si è presa, sono presenti “molte imprecisioni, alcune volute perché funzionali alla storia […] altre frutto della mia esperienza solo settoriale e di certo non professionale.” (Nota autrice) Nonostante questo, a mio parere, ha reso molto bene l’idea di quanto sia complicato accettare, affrontare e vivere questa sindrome sotto ogni punto di vista: in particolare, ho potuto realizzare quanto le persone che ne sono affette siano intelligenti e percepiscano la paura, la tristezza di chi si prende cura di loro e quanto riescono a dare a coloro che li amano, li aiutano e li guidano insegnandogli anche la cosa più elementare. Ethan ha saputo strapparmi tanti sorrisi e farmi preoccupare come se fosse uno di famiglia.


E poi arrivava una ragazzina di poco più di vent’anni, assunta per fare la baby-sitter, che camminava per casa loro in punta di piedi, schiva come un fantasma che sussurra a fior di labbra, ed ecco che sulle ceneri prodotte da anni di dolore e sfiducia germogliava una nuova speranza.


Questa storia racconta l’amore, non quello che siamo abituati a leggere nei romance, quello di una famiglia che va oltre ogni ostacolo ed è vero ed incondizionato. Un amore che da piccoli conserviamo nel cuore, ma che perdiamo per strada crescendo e che, un bambino particolare come Ethan, ci ricorda e ci fa riscoprire facendoci capire che si può averlo e donarlo anche da adulti. È una storia di ricerca di sé stessi e di un futuro felice che tutti ci meritiamo; una storia che celebra, a mio avviso, i nuovi inizi e le nuove gioie, i piccoli passi e le grandi conquiste sempre con rispetto e con chi amiamo a sostenerci e a sorreggerci.


Non era compito di Kate fargli capire quanto stesse sbagliando, certo, ma sentiva che doveva provarci, che doveva far accettare a quell’uomo suo figlio per quello che era: un meraviglioso bambino di cinque anni, affettuoso, curioso, dolce e intelligente. Autistico? Ebbene sì.


Ho ritrovato l’inconfondibile penna di Elizabeth Giulia Grey, quella stessa penna che ne “La scommessa – Emily e Mike” mi aveva fatta sorridere e divertire. Una penna che è cresciuta e si è evoluta diventando consapevole del mondo e riuscendo a imprime su carta emozioni grandi, forti e tra loro contrastanti che fanno parte della vita di tutti i giorni. Con la sua scrittura l’autrice saprà portarvi in luoghi a voi sconosciuti e farvi provare una rosa di sentimenti che vi strazierà l’anima e vi lascerà sconvolti al termine della lettura.


Ha una delicatezza e una ricchezza di particolari nel descrivere i luoghi e le emozioni che così ne ho trovati davvero pochi. Inoltre, riesce a dare una profondità ai personaggi tale da farvi credere che lei stessa abbia vissuto da vicino la sindrome – cosa che viene da lei smentita nella “Nota autrice” – tanto sono rotondi e verosimili i protagonisti.


Quell’uomo andava oltre la sua comprensione. Un momento si illudeva di averlo capito e un attimo dopo si rendeva conto di essersi sbagliata. Di nuovo.


Sono stata contenta di aver avuto la possibilità di immergermi in questa storia meravigliosa, unica, toccante e profonda! Mi sento di consigliarla a tutti coloro che hanno letto e amato “La scommessa- Emily e Mike” e “La scommessa – Brooke e George” (che devo leggere al più presto), ma anche a coloro che vogliono una storia emozionante, nuova, diversa e che li porti a conoscere da vicino questa particolare sindrome che è l’autismo.



Voto ⭐⭐⭐⭐⭐/5

 
 
 

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