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Review time: I Medici - Decadenza di una famiglia
- mbozza92

- 26 ott 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Buongiorno e buon martedì booklovers, oggi vorrei parlarvi dell’ultima tappa di quest’avventura condivisa e pensata con Ursula e le altre, ovvero il gdl #aspassoconimedici e quindi vi parlo de…
I Medici – Decadenza di una famiglia di Matteo Strukul

Trama: La Parigi del diciassettesimo secolo è l'essenza del vizio e della violenza. Maria de' Me-dici, da poco sposa di Enrico IV di Borbone, si trova ben presto a fare i conti con le mire rapaci di Henriette d'Entragues. Con un documento scritto, Enrico stesso ha promesso alla propria favorita di prenderla in moglie, e ora quel foglio è l'arma con la quale ricattarlo. Ma non è l'unica minaccia: un'altra arriva da un gruppo di nobili che cospirano per rovesciare il trono. Avvertendo che le sorti proprie e del re sono sempre più critiche, Maria decide allora di affidarsi a Mathieu Laforge, spia e sicario abilissimo, capace di sventare più di una congiura. Ma la regina non sa ancora che il suo destino sarà segnato dalla lotta costante contro coloro che vogliono la fine del suo regno. Quando Enrico IV di Borbone muore, vittima dell'ennesimo complotto, all'orizzonte si profila, inarrestabile, l'ascesa di un astro di prima grandezza della politica francese: il cardinale di Richelieu. Sarà proprio lui, dopo la morte del re, ad acquisire un potere sempre maggiore, tradendo colei che più di chiunque altro ne aveva favorito la fortuna: Maria de' Medici.
“Come spesso gli accadeva con Maria, Enrico rimase sorpreso da tanta saggezza e fermezza insieme. E dalla lucidità con la quale con la quale sua moglie affrontava spinose questioni, mantenendo una misura e una dignità che non riconosceva in nessuna delle sue amanti. E così facendo, Maria si guadagnava tutta la sua stima e ogni volta lo stupiva, tanto che ormai la sua presenza era un auspicio, desiderato e provvido, fondamentale nel tentativo di avere un quadro chiaro delle questioni.”
Orbene, siamo giunti al termine di questo viaggio e, per quanto non sia per me la prima volta, un po’ mi dispiace aver lasciato Firenze, Parigi e i Medici dopo averli accompagnati in questo tuffo nel passato. In questo quarto volume accompagniamo Maria de’ Medici, moglie di Enrico IV di Navarra re di Francia, dal 1597 al 1640. Un sacco di anni che hanno visto un’altra regina francese proveniente da Firenze e odiata dai sudditi per questo. Possiamo notare come Maria, ancor più di Caterina, fosse una donna forte e determinata innamorata del marito, nonostante i suoi continui tradimenti e il suo non considerarla in nulla di quello che fa.
Maria, con l’aiuto di Leonora Galigai e Concino Concini – compaesani invisi a corte -, riuscirà sempre (o quasi) ad evitare lo scandalo, a salvare anche Enrico e, soprattutto, la Francia da lotte, scandali e senza mai apparire lei come artefice della cosa: Leonora le presenterà Mathieu LaForge, fiorentino che ha cambiato il suo nome per non attirare odio, una spia, un soldato, un mercenario che sarà fedele alla regina e a Leonora fin quando troverà qualcuno che possa proteggerlo meglio.
“Quell’errore avrebbe perseguitato Enrico, ne era certo. E se a una simile sciagura si aggiungevano la cupidigia e la brama di potere che consumavano lo sguardo di Leonora Galigai, […], chiunque avrebbe ben presto compreso come il trono di Francia fosse destinato a cambiare prima o poi il proprio padrone.”
Faremo anche la conoscenza del vescovo di Luçon che poi diventerà il cardinale Richelieu. Altra figura di spicco in quegli anni che, se inizialmente sosterrà la regina, non si farà scrupoli poi ad agire alle spalle di Maria e a metterle contro il figlio, il giovane re Luigi XIII. Un uomo di chiesa che, in realtà, è molto più simile e arrivista di LaForge; non ha scrupoli ed è un manipolatore nato che farà di tutto (“dietro le quinte”) pur di garantirsi il posto più vicino al re che, ancora troppo giovane per governare da solo e facilmente malleabile, avrà bisogno di una guida e questo gli darà l’occasione di governare: sua unica e vera aspirazione.
Ad aiutare questi funesti scopi ci sarà, appunto, Mathieu LaForge, che avrà cambiato bandiera tanto per cambiare; Carlo d’Albert duca di Luynes, unico amico di Luigi XIII e con un’influenza sul giovane re che ha spianato la strada al cardinale e ai suoi scopi.
“Aveva sperato che Enrico cambiasse ma era solo peggiorato. Quelle sue inutili e sciocche infatuazioni per altre donne erano continuate. E, malgrado ella sapesse che lui la portava su un palmo di mano, cominciava a non bastarle più. Era troppo chiedere di essere l’unica donna della sua vita?”
In una Francia preda di guerre di religione, affamata e alla cui corte il re non ha più la capacità di capire chi fa il suo bene, Maria si troverà a voler provare a porre rimedio, a voler avere suoi uomini di fiducia che la aiutino e abbiano una posizione di rilievo nel paese, ma nel giro di poco si troverà a perdere questi suoi pochi fedeli e sarà confinata in esilio lontana dalla corte e da Parigi. Un’altra prova che saprà affrontare – dopo un primo momento di rammarico e tristezza – con grande forza e determinazione ottenendo di poter tornare a Parigi, anche se per un breve periodo.
Ancora una volta con la sua narrazione per quadri e con la sua scrittura evocativa, scorrevole e ricercata, Matteo ha saputo condensare in 373 pagine 43 complicati anni di storia della Francia in modo peculiare e unico che permette al lettore di conoscere i fatti salienti di quel periodo, le dinamiche e gli intrighi di corte nonché le emozioni e i dettagli di battaglie che a scuola ci vengono spiegate grossolanamente. L’autore, con questi suoi romanzi, ci ha trasportato – non solo indietro nel tempo – dietro le quinte della storia tra i malcontenti del popolo, nel mezzo degli interessi reali della chiesa, al centro di una discriminazione religiosa – cattolici contro ugonotti/protestanti – che, in forme diverse, è sempre parte della nostra storia e quanto mai attuale.
<< […] Per questo vi avverto che dovrete essere pronta ad affrontare ogni genere di nefandezza, tradimento e atto scellerato. Perché quelle come noi, e cioè le donne che hanno il coraggio delle proprie azioni, non verranno mai perdonate da questo regno. […]>>


















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