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Review time: Il mastino dei Baskerville - Sir Arthur Conan Doyle

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 3 mar 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Buon giovedì booklovers! Torno su questi schermi per raccontarvi di un classico del giallo, un autore e una serie che non avevo mai letto e che mi ha lasciata a bocca aperta per la sua bellezza.


Il mastino dei Baskerville di Sir Arthur Conan Doyle



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Trama:

Sir Charles Baskerville viene trovato morto. Accanto a lui, le impronte di un cane enorme. Molto tempo prima, nel Settecento, anche un antenato della famiglia Baskerville, Sir Hugo, era stato ucciso da un mastino mostruoso nelle paludi di Dartmoor. Sulla famiglia Baskerville sembra essersi abbattuta una sinistra maledizione, e l'unico investigatore in grado di risolvere il mistero del cane omicida è Sherlock Holmes. Con l'aiuto del suo assistente Watson, Sherlock si avventura nelle paludi nebbiose per risolvere un nuovo caso avvincente ma decisamente complesso. Come si fa a trovare il movente di un omicidio se l'assassino è un cane che attacca con furia cieca chiunque si inoltri nelle paludi? Il mastino infernale è davvero terribile o è solo lo strumento di una congiura contro Henry Baskerville? Chi è, in realtà, l'omicida disumano, il bestiale serial-killer? La trama moderna e attuale, l'ottima ambientazione nell'Inghilterra vittoriana, il fascino del detective Holmes e il gusto gotico di questo romanzo lo rendono un'opera straordinaria e intramontabile.


-Appunto. Ma se la sua teoria di un’influenza soprannaturale fosse vera, il giovane potrebbe essere perseguitato tanto a Londra quanto nel Devonshire. È inconcepibile che un diavolo come si deve sia dotato di poteri esclusivamente locali, alla pari di un povero parroco di provincia!


Sherlock Holmes e il fidato Watson vengono interpellati dal dottor Mortimer, del Devonshire, per risolvere un caso alquanto complicato: la morte di Sir Charles Baskerville è stata archiviata come naturale, ma alcune cose non tornano perciò il dottore – esecutore testamentario del defunto – decide di chiedere aiuto al miglior investigatore privato per venire a capo del mistero e tutelare il nuovo inquilino del castello dei Baskerville, Sir Henry.

Una leggenda narra che la famiglia Baskerville sia maledetta e che i suoi componenti siano perseguitati da un mastino demoniaco, e proprio questa bestia infernale inizia ad essere udita e vista nei dintorni del castello subito dopo la morte di Sir Charles.

Sherlock Holmes riuscirà a scindere la leggenda dalla realtà e ad incastrare il vero colpevole?

- Ci stiamo addentrando, ora, nel campo delle pure supposizioni – commentò il dottor Mortimer. - Dica piuttosto nel campo in cui si confrontano le ipotesi e si sceglie la più probabile. È un modo scientifico di usare l’immaginazione, ma abbiamo sempre una base concreta su cui fondare le nostre argomentazioni.


Scritto tra il 1901 e il 1902, dopo 8 anni di silenzio, “Il mastino dei Baskerville” con il suo vagare sull’orlo tra fantasia e realtà, tra horror e noir, tra superstizione e raziocinio dimostra come l’osservazione empirica possa sfatare le leggende e le credenze popolari, e come queste siano sfruttate per incutere ansia, paura, e timore in persone umili e semplici, ma anche ricche purché credulone.


È stata la mia prima lettura dell’autore – benché conoscessi già Sherlock Holmes e Watson grazie alla TV – e devo dire che lo stile scelto mi ha stupita e catturata: il racconto attraverso gli occhi di Watson che si rivolge al lettore direttamente attraverso il diario che scrive piuttosto che i resoconti che manda ad Holmes permette un contatto diretto con le vicende e i loro protagonisti facendo sentire il lettore come un attore di tutta la storia. Questo ha fatto si che il tutto mi prendesse e mi fosse difficile staccarmi dalle pagine per fare altro. Inoltre, la scrittura risulta essere scorrevole, semplice e di immediata comprensione per chiunque, cosa che rende accessibile il romanzo ad un pubblico più vasto.


-[…] La prego, sia sincera con me, signorina Stapleton: da quando sono qui ho la netta sensazione di essere circondato da ombre. La vita è diventata per me come la grande palude di Grimpen: dappertutto macchie di verde in cui chiunque corre il rischio di sprofondare, senza sapere quale direzione prendere.


I personaggi sono stati ben caratterizzati e noi abbiamo l’opportunità di scoprirli seguendoli passo passo con gli occhi di Watson, per poi dargli uno spessore completo a 360° attraverso le deduzioni di Sherlock Holmes. Possiamo anche ipotizzare aspetti di ogni singolo personaggio così come tentare di scovare il colpevole prima di Holmes (cosa che, a parer mio, non è così semplice). Io stessa ci ho provato e qualcosina l’ho azzeccata, ma il colpevole è stato un pochino più difficile da individuare e ci sono riuscita sola un secondo prima che Sherlock lo svelasse e spiegasse come ci era arrivato.


Quale odio implacabile può spingere un uomo a nascondersi in un posto simile in una notte come questa? Quale ragione può essere tanto grave da spingerlo ad affrontare una simile prova?


In sostanza, è un romanzo a metà tra l’horror e il giallo scritto con estrema maestria e da cui, mi sento di consigliare, partire per avere un approccio col genere e anche con l’autore. Mi ha lasciata sorpresa e mi ah coinvolta davvero tanto – e pensare che quando me lo hanno regalato non volevo leggerlo – facendomi domandare perché non abbia provato a leggerlo prima.



Voto ⭐⭐⭐⭐,5/5

 
 
 

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