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Review time: Il prigioniero del cielo - Carlos Ruiz Zafon
- mbozza92

- 16 ago 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 7 apr 2023
Buon martedì booklovers! Passato bene Ferragosto? Io mi sono riempita di cibo come al solito e ho ricaricato le pile per preparare questa piccola meraviglia per voi.
Finalmente io e Maura siamo tornate a Barcellona in compagnia di Daniel Sempere e Fermìn Romero de Torres e abbiamo risolto un altro mistero, perciò lascio parlare la recensione de...

Il prigioniero del cielo di Carlos Ruiz Zafon
Trama:
Barcellona, 1957. Daniel Sempere dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín. Una mattina uno sconosciuto compra un'edizione di pregio del "Conte di Montecristo" e chiede che la si consegni subito a Fermín, con una dedica inquietante. Si aprono così le porte di un passato maledetto e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente...
Ho sempre saputo che sarei tornato in queste strade per raccontare la storia dell'uomo che perse l'anima e il nome tra le ombre di quella Barcellona immersa nel torbido sonno di un tempo di cenere e silenzio.
Il terzo capitolo della serie de Il cimitero dei libri dimenticati basterebbe a riassumere tante cose. Io e Maura siamo tornate – finalmente – a Barcellona e come sempre siamo rimaste affascinate dal viaggio che siamo riuscite a fare.
Ancora una volta ci siamo trovate a passeggiare per le vie di una Barcellona misteriosa, carica di intrighi ed enigmi, piena di libri e di nuove storie da ascoltare e vivere.
In quegli anni il Natale conservava ancora una certa aria di magia e di mistero. La luce polverizzata dell'inverno, lo sguardo e il desiderio di persone che vivevano tra ombre e silenzi conferivano a quelle decorazioni un lieve profumo di verità in cui, almeno i bambini e coloro che avevano imparato a dimenticare, potevano ancora credere.
Daniel Sempere è cresciuto e ormai dirige la libreria con suo padre e il fidato Fermìn, tra le vendite e la famiglia – il piccolo Julian cresce e Bea se ne occupa giorno e notte – si trova ad inseguire un nuovo mistero che lo riguarda molto da vicino: affronterà verità scomode e difficili da digerire e vorrà cavarsela da solo, ma come andrà a finire? Cosa scoprirà il nostro Daniel di così scomodo e come reagirà?
A voi la scoperta di questo enigma che vi terrà incollati alle pagine.
<<In futuro tutti i romanzi saranno noir, perché se nella seconda metà di questo secolo da macellai ci sarà un aroma dominante sarà quello della falsità e del delitto, per dirla con un eufemismo>>. [...] <<Sa, DAniel? A volte penso che Darwin si sia sbagliato e che in realtà l'uomo discenda dal maiale, perché in otto ominidi su dieci c'è un porco in attesa di essere scoperto>>
Zafon, ancora una volta, è riuscito a stregare il suo lettore così tanto che il libro verrà divorato in men che non si dica – forse ancora più velocemente dei due precedenti. La sua scrittura è sempre coinvolgente, ricca di descrizioni che sembrano reali al punto di immaginare davvero di camminare per le strade della Barcellona del 1950 o 1940 vedendola esattamente com’era, senza però risultare troppo pesante e prolisso nel descrivere.
<<A volte ci si stanca di fuggire>> disse Fermìn. <<Il mondo è molto piccolo quando non si ha dove andare.>>
La complessità dei personaggi è qualcosa di ammaliante e in ogni libro aumenta sempre di più: è come se l’autore andasse uno scalino più a fondo nell’analisi di ogni singolo protagonista facendo si che il lettore venga a conoscere sempre un po’ di più Daniel, Fermìn e anche i cosiddetti personaggi secondari – che con lui non sono mai secondari.
In sostanza, una trama e una storia che ti catturano e ti rapiscono, protagonisti profondi come pochi altri finora, una scrittura che vi emozionerà e lascerà senza fiato: tutti gli ingredienti perfetti per essere e confermarsi per sempre un grandissimo romanzo scritto da un altrettanto grandissimo autore.
Mi alzai e lo abbracciai in silenzio. Le sue braccia mi strinsero forte e, quando scoppiò a piangere, la rabbia e il dolore che aveva seppellito dentro di sé per tutti quegli anni cominciarono a scorrere a fiotti come sangue. Seppi allora, senza poterlo spiegare con esattezza, che in maniera lenta e inesorabile mio padre aveva iniziato a morire.









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