top of page

Review time: L'abbazia di Northanger - Jane Austen

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 13 set 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Buon ultimo venerdì di questo Agosto caldo! Nel lontano 2021 avevo iniziato un GDL su instagram chiamato #unajanealmese che mi avrebbe portata, assieme ad un'altra ragazza, a leggere uno dei romanzi di Jane Austen al mese. Per svariati motivi lo abbiamo interrotto quando ci mancavano solo due libri per finire.


Ora, agosto 2024, sono riuscita finalmente a leggerne uno e sono qui per parlarvene.


L'abbazia di Northanger di Jane Austen




ree

Trama:

Catherine Morland, la protagonista del romanzo, è invitata a trascorrere qualche giorno presso l'ex abbazia di Northanger, residenza della famiglia del giovane pastore anglicano con cui si è fidanzata, e che la crede una ricca ereditiera. Suggestionata dal luogo e ancor più dalle intense letture di romanzi dell'orrore all'epoca in gran voga, la giovane vive alterando banali eventi quotidiani alla luce di immaginarie atmosfere di terrore. Una serie di malintesi, frutto della sua fantasia sovreccitata, mette a repentaglio il rapporto sentimentale appena nato, pregiudicato anche dalla scoperta delle sue reali condizioni economiche. Celebrazione dei riti di iniziazione sociale della borghesia inglese di provincia a cavallo tra Sette e Ottocento, quest'opera della Austen non si esaurisce nella storia di una contrastata passione, ma rappresenta una sottile parodia del romanzo sentimentale, e soprattutto del romanzo gotico, che resta di grande attualità ancora oggi.


L'amicizia è certamente il miglior balsamo per le pene d'amore.

Catherine Morland è una giovane ragazza abituata alla vita di campagna che conduce a Fullerton. Verrà invitata dai vicini, i coniugi Allen, a trascorrere del tempo a Bath: cittadina che le offrirà diverse distrazioni, come i balli, nonché nuove amicizie e un invito a passare del tempo nell’ex Abbazia di Northanger.

Come verranno accolte tutte queste novità dalla signorina Morland?

 

Lascio a voi la scoperta durante la lettura di questo romanzo.

 

Per quel che mi riguarda, vi posso dire che gli amanti di Jane Austen rimarranno sorpresi dalla sua scrittura in questo romanzo. Durante la lettura, infatti, ho scoperto che “L’abbazia di Northanger” fu scritto probabilmente nel 1798/1799 e che nel 1803 un editore aveva acquisito i diritti per la pubblicazione della storia cosa che, per qualche sconosciuto motivo, è avvenuta solo dopo la morte di Jane Austen.

 

Quindi la scrittura dell’autrice che si conosce, in questo caso ci risulta molto diversa, a tratti ancora acerba e spesso pesante. Ciò nonostante  la storia risulta fruibile e ironica in certi momenti: se negli altri romanzi siamo abituati a una denuncia velata di alcune condizioni di vita dell’epoca, qui troviamo un’aperta presa in giro di alcuni aspetti riguardanti, non solo la società, ma anche le principali caratteristiche dei romanzi rosa e di quelli gotici (con particolare attenzione a quelli di Ann Radcliffe) che muove tutta la storia.

 

Personalmente, trovo coraggiosa per l’epoca la scelta di fare dell’ironia su romanzi di questo tipo. Nonostante ciò, devo ammettere che non ho potuto apprezzare questa novella come gli altri testi dell’autrice poiché – complice la scrittura acerba probabilmente – mi è mancato lo spessore dei personaggi (argomento su cui tornerò a breve) e il continuo riferimento agli “oggetti” della sua ironia è risultato, ai miei occhi, ridondante.

 

I protagonisti sono stati caratterizzati esagerando i tratti tipici dei romance del 1800 e della società. Il risultato di ciò sono personaggi fiacchi, bidimensionali, creduloni e impegnati solo a discutere dei libri della Radcliffe o di viaggi che le loro menti compiono nel tempo libero. Purtroppo, non ho potuto empatizzare con nessuno di loro in nessun momento. Devo dire, però, che il personaggio di Catherine Morland è stato quello che più si è reso detestabile per la sua superficialità e la facilità con la quale è stata influenzata da tutti durante il corso di tutta la storia.

 

In conclusione, vi dico di leggere questo romanzo non fosse altro che per vostra conoscenza e per un confronto con gli altri dell’autrice. Se, invece, siete scrittori alle prime armi dovreste leggerlo anche per avere un esempio buono di come appare un narratore onnisciente quando si intromette nella storia, di descrizioni fisiche dettagliate e per i dialoghi che, tutto sommato, non sono mal costruiti se si tralascia la loro frivolezza.

 

Voto: 3,5/⭐⭐⭐⭐⭐

 
 
 

Commenti


Diversi libri aperti

Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi
o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi.
No, leggete per vivere.

Gustave Flaubert

bottom of page