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Review time: L'armadio dimenticato - Roberto Carraro

  • Immagine del redattore: mbozza92
    mbozza92
  • 9 nov 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Buon giovedì booklovers!

Oggi sono qui per parlarvi di un libro del mistero, un libro conosciuto grazie a Camponogara nel mistero anche se ormai non posso più far rientrare il post nella gara come miglior bookblogger del mistero, ci tenevo che voi conosceste questo bellissimo romanzo.


L'armadio dimenticato di Roberto Carraro


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Trama: L'otto ottobre 1202 da Venezia salpò una flotta di 370 navi.


Una flotta maestosa e imponente costruita in poco più di un anno.


Era l'inizio della Quarta Crociata; la Crociata Veneziana, che non arrivò mai in Terrasanta, ma si fermò a Costantinopoli.


Su una delle navi un giovane Pantaleon Falier affrontò l'avventura e il destino.


Circa ottocento anni dopo, sempre a Venezia, un piccolo ladro, Antonio Zaniolo, detto Nani, ruba uno degli oggetti che Falier ha portato con sé da quell'impresa, ma le cose non vanno come aveva preventivato.


Toccherà all'Ispettore Alvise Scarpa, veneziano anche lui, nel nome, nel cognome e in tutto quello che fa, riunire le fila di questo intreccio storico, dopo che una mummia viene ritrovata in un vecchio armadio.


E' sempre così coi consigli, puoi dare il migliore e più disinteressato consiglio del mondo, ma se poi chi ascolta vuole sbatterci la faccia da solo, non ci si può fare niente.


Tre linee temporali che si intrecciano tra loro: la sparizione di un manufatto risalente alla Quarta Crociata (1202), una mummia ritrovata in un armadio ai giorni nostri e un passato di ladri e mala del Brenta (circa 2002)cosa potranno mai avere in comune?

Ve lo farà scoprire Alvise Scarpa, ispettore veneziano doc, durante le sue indagini a cavallo fra le epoche in compagnia del suo fidato collega Dario, di Antonio Zaniolo detto Nani, di Mauro Picin detto Tatanti e di molti altri personaggi tutti da scoprire.

Perciò non vi resta che immergervi in questo affascinante romanzo che vi consiglio di non perdervi.


La scrittura di Roberto è scorrevole, ricercata e ricca di emozioni, descrizioni ed empatia. Il lettore si troverà a passeggiare per Venezia e ad ammirarne i cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli; ma avrà anche l’opportunità di partire con Pantaleon Falier alla scoperta di nuovi posti nel mondo.


Mi è piaciuto molto il modo in cui Roberto ha descritto e integrato nel romanzo la Quarta Crociata: ho potuto vedere da vicino come poteva essere un viaggio nel 1200, quali fossero gli ostacoli da superare e ho apprezzato la cure nei dettagli della battaglie e dei luoghi visti con gli occhi di Falier.


Altra cosa che ho amato è stata vedere l’ispettore Scarpa, Dario, Nani e Tatanti spostarsi per Venezia come veri Veneziani esclusivamente in barca: così ho potuto provare con loro la meraviglia di vedere Venezia con gli occhi innamorati di un suo abitante e apprezzarne particolari che un turista non noterebbe mai nemmeno se si spostasse in barca solamente. Ringrazio l’autore per tutte queste possibilità che mi ha dato e che non avrei potuto avere in altro modo.


- Ma niente! Non mi dire che non sai dove andare? Tatanti ti può ospitare, il tuo caro amico, e se non sarà lui sono sicura che per una notte fuori, di sicuro non morirai, non è neanche inverno. -


I personaggi sono davvero ben caratterizzati in tutte le epoche, ciò ci dà la bellissima occasione di entrare nella testa di tante persone differenti, ovvero:


- Pantaleon Falier, figlio di un artigiano che produceva e vendeva mobili, sposatosi poco prima della partenza della Crociata. Con lui possiamo conoscere i pensieri, le paure, le mancanze che un crociato provava in tutti quei mesi lontano da casa. Inoltre, ci avviciniamo a conoscere una forte fede in Dio – non quella che muoveva le Crociate, bensì quella della gente comune – che ci porta ad assistere a fenomeni/sogni che oggi non è più possibile vivere o che, se qualcuno ne è testimone, vengono nascosti per paura di essere considerati dei malati mentali (nella migliore delle ipotesi).


- Nani e Tatanti, invece, ci permettono di comprendere come trovare un lavoro onesto e remunerativo nella loro città fosse difficile con l’avvento dell’industria: in quegli anni – e tutt’oggi – l’artigianato veneziano ha subito un brusco arresto in favore di tutte quelle cose che vengono prodotte in serie ad un minor costo. Ecco che, nel loro caso, l’occasione fa l’uomo ladro. Ma anche i ladri come loro hanno paura e, infatti, Nani e Tatanti stavano molto attenti a non pestare i piedi alla mala del Brenta accontentandosi di piccole cose a cui quest’ultima non era interessata.


- Alvise Scarpa racconta la storia tipica del carabiniere dei nostri tempi con mille compiti da svolgere, la paura di fare il proprio lavoro ma finire dalla parte dell’indagato, nessuna protezione e con incarichi che spesso e volentieri vanno in una direzione che non centra nulla con il loro lavoro. Un uomo che ama quello che fa e che è deciso a scoprire di più sulla “sua” mummia nonostante tutti gli dicano che l’indagine va chiusa perché non ci sono motivi sufficienti a tenerla aperta. Un esempio di integrità morale e umiltà come pochi al giorno d’oggi.

In sostanza, non posso che fare i miei complimenti a Roberto – che ringrazio anche per la copia che mi ha mandato – per questo suo romanzo davvero intrigante e affascinante.

Ringrazio ancora anche Kety per avermi fatto conoscere questo autore grazie al suo Camponogara nel mistero (mi dispiace non essere riuscita a postare in tempo per la gara di miglior bookblogger del mistero).

A voi lettori consiglio, ancora una volta, di leggere questo romanzo e amarlo quanto l’ho amato io.


Voto: ⭐⭐⭐⭐/5

 
 
 

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