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Review tour: Una lady in affitto - Thina Sulas
- mbozza92

- 28 giu 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Buon venerdì booklovers!
Oggi vi parlo di uno dei miei generi preferiti in assoluto, genere che ultimamente non leggo molto perché fatico a trovare libri ben scritti e non banali. Ma lasciamo parlare il libro...
Una lady in affitto di Thina Sulas

Trama:
𝑳𝒐𝒏𝒅𝒓𝒂 𝟏𝟖𝟏𝟑
Per il Visconte Edward Lewis trovare moglie non è mai stata un’urgenza. Amante a tempo pieno – meglio se di donne che non rivedrà più – al ruolo di aspirante marito ha sempre preferito gli affari.
Certo, perseguire tale intento sarebbe più facile se non fosse l’unico erede di un antico casato. Soprattutto, se non avesse una madre…
La melodrammatica Lady Catherine ha in mente per lui una scintillante Stagione a Londra, nonostante Edward sembri più avvezzo alle fughe, che ai balli.
Il furto maldestro di una carrozza, poi il sequestro involontario di una prostituta, Vivian, e i piani del visconte saranno tutti da rivedere.
Dopo una notte da cliente per ripagarla dell’errore, il fato si rivelerà per entrambi un’occasione: cinque giorni insieme a Mayfair, al costo di tre sterline, per convincere il Ton londinese che Vivian sarà la futura Viscontessa di Ashby.
Facile come bere una limonata, si direbbe, o ardente come un fuoco che divampa?
Al lettore, l’ardua sentenza.
<<Principessa Vivian!>> ripete lui a squarciagola. <<Vedete? Non so guidare un tiro a due, ma posso suonare per voi!>>
Un retelling di Pretty Woman in epoca Regency: il visconte di Ashby, Lord Edward Lewis, viene convinto dalla madre a trasferirsi a Londra durante la stagione con lo scopo di trovargli una moglie.
Lady Vivian vende il suo corpo per pagare l’affitto e asseconda tutte le richieste più strane dei suoi clienti con una sola regola: niente baci, le sue labbra sono off limits.
Grazie a un malinteso i due si incontrano e iniziano a conoscersi, aprendosi l’un l’altra in modi che mai avrebbero creduto possibili. Cosa succederà dopo 5 giorni trascorsi a stretto contatto per affari?
A voi lettori la dolce scoperta di quello che sarà il destino di Lady Vivian e Lord Lewis.
Perché se è vero che un gioiello è possibile chiuderlo in una scatola, fino a dimenticarlo, non vale lo stesso per un cuore: quello puoi prenderlo a pugni e schiaffi nel tentativo di zittirlo, ma avrà sempre una voce. Soprattutto, porterà con sé un nome che, qualunque cosa accada, non dimenticherai più.
Io vi dico che la scrittura di Thina è davvero tra le migliori che abbia mai letto soprattutto tra gli emergenti italiani di oggi: scorrevole, coinvolgente, emozionante, unica. Lo stile semplice ma al tempo stesso ricco di particolari lascia trasparire lo studio fatto dall’autrice sull’epoca Regency, i suoi usi e costumi: gli eventi, l’etichetta, i dialoghi e i ruoli all’interno della società sono così ben descritti e riportati in “Una lady in affitto” da dare l’impressione che a scrivere sia stato qualcuno che ha vissuto in quell’epoca. Chapeau Thina!
I personaggi sono caratterizzati molto molto bene, rispecchiano sia la storia originale (caratteri simili a quelli di Pretty Woman e anche i ruoli) che le personalità che potevano vivere durante l’epoca scelta dall’autrice per ambientare il romanzo. Grazie a questo e allo stile di scrittura possiamo entrare in profonda empatia con i protagonisti, ne comprendiamo le motivazioni che li spingono ad agire in un certo modo, i comportamenti, i pensieri ma soprattutto riusciamo a conoscere il loro passato e a provare quello che hanno vissuto e che vivono loro.
Ho amato ogni singolo personaggio, ma credo che Lady Vivian meriti una piccola menzione tutta sua: Thina fa conoscere al lettore un lato di lei molto umano, fragile e disposto a rinunciare a quello che ha di più caro per non portare disonore alle persone a cui tiene di più al mondo – uno spirito di sacrificio non indifferente.
Il buon Dio era al centro delle abitudini di tutti noi, così come lo erano l'educazione e una buona istruzione. Il risultato è che, data la mia indole curiosa e vivace, trascorrevo metà delle giornate a fare tutto il contrario di ciò che mi veniva insegnato.








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